SO CLOSE, NO MATTER HOW FAR [antefatto]
Immaginate di avere la malaugurata idea di spendere il vostro venerdì pomeriggio non solo nelle usuali pulizie da massaja con sensi di colpa epocali, ma dopo i primi improperi per gli abiti autunnali tutti spiegazzati (e già vi vedete con la fascia di Rambo a stirare per ore, con serie tv a palla - e la sua stessa espressione, sì) e iniziate a fare promesse per il prossimo anno ("Giuro che stirerò tutto prima, poco per volta, così al prossimo cambio non mi troverò messa così male"... Ok, utopia). Poi accade qualcosa di singolare, mai accaduto prima: vengo contagiata da Marie Kondo, o forse il suo influsso pietoso arriva dritto dal Giappone. Ok, è ora.
Ok, guardatela bene: quanto può essere spietato un visetto così dolce, con un sorriso tanto aperto? Bene, se leggete i suoi libri sul potere del riordino, immagino il suo sorriso che diventa ghigno, gli occhi che si stringono ancora di più in un cattivissimo sguardo assassino. Il problema è questo: per me i suoi libri sono il terrore allo stato puro, o meglio il Giudizio Universale guardato dagli occhi di un'orientale ordinatissima, che pone domande destabilizzanti come questa: userò ancora questo vestito? Se la risposta è no, immaginate la fine che farà il vestito?
Bene, per me questo è dolore allo stato puro. Sono una feticista del romanticismo: anche quando i vestiti smettono di andare bene, come se avessero un'anima, o peggio ancora, se portassero un'impronta degli eventi epocali che hanno vissuto, meritano di stare appesi nell'armadio. O, se proprio sono di taglie irrecuperabili anche dopo la dieta dell'acaro, possono stare ripiegate con grazia in fondo, dove nessuno guarda mai... E non da oggi, ma da sempre!
venerdì 29 settembre 2017
Magnetofono amarcord/51
A volte ritornano:
c'est la vie,
Magnetofono amarcord,
medicamenta,
sex and the brain
lunedì 11 settembre 2017
Magnetofono cittadino/50
COME RIDGE... A VOLTE RITORNO
3 anni di silenzio (colpevole?)
Foto da un coraggioso sito web con ottima funzionalità digestiva |
Sono successe tante cose in questi tre anni, in cui vi avevo lasciato su un treno dove origliavo arrivavano fantasiose boiate. Ma ora - dopo tre traslochi, la conquista di un fidanzato coraggioso, la convivenza con un gatto più furbo di me, l'inizio e la sopravvivenza all'insegnamento, l'inizio e la fine di un lavoro, tante strette di mano e qualche sputo (immaginario, purtroppo) - ci siamo! Perché l'evento è ghiotto e hot, anche se ormai dovete cancellare i bei racconti di avance di gran classe. Ho notato che le avance arrivano ancora, ma c'è qualcosa di patetico come Ridge in queste ultime puntate di Beautiful - che poi, a dirla tutta, sulle mascelle che bucano la pelle non c'è granché da dire, è un chiaro effetto collaterale della slinguazzata con balde giovani con quarant'anni meno di lui e molta più prestanza fisica; ok su quello taccio, quindi, ma sui vestiti...! Ma forse questa foto è stata scattata a Coachella?!
Ecco, allora immaginatemi così: come una Brooke un po' più invecchiata (ma non ingrigita), con uno sguardo ancora più divertito da quel che vedo (c'è pieno di Ridge, che credete?), lo stesso sorriso di prima (una o due carie in più).
IN VIAGGIO CON L'OSPITE D'ODORE
Lost in PP (Pianura Padana) |
Ci siamo. Immaginate una domenica pomeriggio, sul tardi, di fine estate: tempo bigio in Pianura Padana, l'abbronzatura (poca) che inizia a prendere il colore di tendone della nonna lavato con troppo Dash, la polenta e spezzatini della mamma (avete mai notato quanto l'apporto di kcal delle mamme viaggi di pari passo con le previsioni? Ma quest'anno è iniziato ben presto, con 25° buoni...). Mi sono traslata fino alla macchina con la classica andatura sicura di chi ha tacchi tanto alti da fare testamento ad ogni passo (peccato che io avevo le sneaker e in testamento posso lasciare solo qualche quintale di libri e un gatto, e il Magnetofono, ovvio).
Insomma, in qualche modo salgo sulla macchina, lasciata volutamente con i finestrini abbassati per prendere aria e ritemprarsi dopo i bagni di afa padana, saluto che neanche Kate e parto.
Sono persa in una cantatina a squarciagola di Tiziano Ferro, strumento che tiene a distanza le altre macchine come neanche il cruise control più sofisticato sa fare, penso alle buche che sulla statale impegnerebbero anche Hamilton, quando l'occhio cade sul finestrino semichiuso, lato guida. Una macchietta scura ha invaso il mio campo visivo, una macchietta che si muove e sembra risalire il vetro, impavida e imprudente, ma la superficie è scivolosa, provo a dire alla macchietta di stare lì ferma immobile, di non fare un passo oltre, e invece... tac, la macchietta cade rovinosamente e dal rumore incazzato si rivela per quello che è: un cimice! (Lo so, forse dovrei dire la cimice, femminile, ma mia nonna diceva sempre che "il cimice" è noioso come i maschi quando hanno fame, da lì scusate ma mi trovo d'accordo e per me la cimice è maschio).
A volte ritornano:
Magnetofono cittadino,
misunderstanding,
sex and the brain
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