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lunedì 8 luglio 2013

Magnetofono viaggiante/33

Autoscatto pre-partenza, AHO
1 LUGLIO 2013
Andata: Alitalia AHO - FCO h. 11.10
Ritorno: Alitalia FCO - AHO h. 21.25 (teoricamente; aggiungi 40 minuti accademici)



Ogni viaggio è un Magnetofono, ormai ne sono quasi certa. Attiro io le stranezze, o loro attirano me? Mistero. In ogni caso, stavo andando a Roma per una cosa importante, un'intervista a una scrittrice definita "la scrittrice inglese più famosa dopo Orwell", e insomma avevo addosso la giusta tensione.
Per fortuna, le scoperte non finiscono mai:

  • Ho scoperto che si può fare tanta coda in aeroporto anche quando i posti sono pre-assegnati; 
  • Ho scoperto che i vestiti Desigual si prestano ottimamente per essere messi al rovescio. Nella mia sindrome da altruista-non-richiesta e dall'assunto "meglio una figura di m con una persona che con un milione", mi sono avvicinata e ho detto alla ragazza: "Mi scusi, glielo dico solo perché a me farebbe piacere essere avvertita... Ha il vestito al contrario". Mi aspettavo rossore, vergogna, magari un "ma fatti i cazzi tuoi", e invece la signorina ha controllato e mi ha detto: "Oh, grazie, non ho avuto tanto tempo per rivestirmi". Per RI-vestirmi?!?!? Ogni aeroporto ha i giusti angoli segreti. Anche il personale ha amanti in ogni (aero)porto. 
  • Ho scoperto che si possono dividere allegramente i salatini di Alitalia, perché con la crisi la dimenticanza di dare un pacchetto a testa è la regola.
  • Ho scoperto che una chiacchierata piacevole può distrarre da una controvirata in extremis a Fiumicino per evitare di finire così
Io, gli euro non li butto mai, ma torno sempre
E poi, a Roma ho scoperto i superpoteri di donna in abito lungo e tacchi:
  • Puoi scavalcare una coda di 30 gitanti austriaci con zaino da 20 kg sulle spalle per prendere la navetta FCO-Termini. 
  • In gelateria davanti alla Fontana di Trevi, sarai servita prima dei turisti stranieri, con la scusa che "aho, almeno te si capisce che vvòi magnà".
  • Se finisci per caso in un set (televisivo? cinematografico?) non ti strattonano per spostarti, ma ti chiedono se vuoi partecipare. Seguito: "No grazie, sto mangiando un gelato". - "Se lo mangi così, puoi anche avere un primo piano". Conseguenza: sapere che se ti ostini a mangiare un cono con gusto, sarai subito scritturata per un film porno [e in tempi di crisi potrei sempre riprendere una vecchia canzone dai fini finissimi doppisensi - se ha venduto lui... magari la facciamo rap, che tira di più di questi tempi].
  • Se entri in un cinque stelle esclusivissimo, reggi senza problemi lo sguardo del receptionist, del facchino e anche tutto sommato del liftman _ gli addetti SPA forse no, ma è un percorso a ostacoli, ché col tacco 12 si migliora.
  • Puoi guardare spudoratamente la Nazionale di palla-qualcosa riunita a Fiumicino da sotto in su, sfruttando la frangia ciuffosa da non-so-che-guardo. 
  • Ottieni uno sconto sul parcheggio della tua macchina in aeroporto ("Che? è andata e tornata in giornata su Roma? Tschèss [esclamazione tipica], allora 4 €"). 
Non chiedetemi l'età dell'hostess. #stancadivivere
Ancora da affinare:
  • Non riesci a incontrare neanche uno dei cinque amici romani che, vedendoti registrata a Fiumicino, ti buttano lì un caffé.
  • Il volo in ritardo continua a essere in ritardo (caro Alitalia, hai capito che non sei Trenitalia? Va bene l'affetto per le compagnie di bandiera, ma non siate intercambiabili).
  • La hostess continua a sembrare centenaria; lo steward parla a singhiozzi.
  • Continuano a servirti il tè e a tornare per riprendere la spazzatura in 30 secondi (hanno, secondo voi, un'assicurazione per ustioni ugulari?).
  • Tu guardi la Nazionale e la Nazionale non guarda te.
  • Mal di piedi indomito. 
  • La vicina di posto al ritorno continua a essere una fanatica di Candy Crush Saga, che non riesce nemmeno ad aspettare che si spenga il segnale luminoso delle cinture per riaccendere l'iPhone (senza levare i suoni, ovvio, ché sono metà del piacere). 
  • Non hai spuntato un numero di telefono a cui avresti pure tenuto. 
  • La casa, al ritorno, è ancora e sempre da pulire. 
  • IlMagnetofono non si è scritto da solo, ma è toccato aspettare una settimana per trovare un momento libero.
Echi

domenica 23 giugno 2013

Magnetofono viaggiante/32

La Pelosa di Stintino. Perché? Tanto per farvi venire un po' di invidia


MORTO UN iPHONE NON SE NE FA UN ALTRO

Ok, il Magnetofono si è fermato a lungo, ma io no, ho continuato a viaggiare. Dove? Pisa, Torino, Pietrasanta, Genova, Milano, Alghero, Sassari,... Insomma, il solito tour con qualche extra. Se riprendo a scrivere, è perché dicono che la scrittura è terapia, e allora vi racconto che mi è successo, per elaborare... il lutto dell'iPhone 4S (sì, dimenticatevi quelle foto belline fatte a costo zero e postate in tre secondi sul blog). No, non si tratta di morte naturale (avrei fatto valere quella garanzia nobilissima dal valore di un 800 €), ma di morte violenta. Anzi, di quello che in gergo si chiama "furto con strappo". Lo so, anche a me veniva in mente un'immagine vagamente pervertita, ma niente di tutto questo: è quello che si dice scippo. Dalle mani, pure, ed è una beffa di cui non mi credevo capace (ma amo stupirmi).
Ho deciso di non fare il grillo parlante, e di lasciare che a raccontare sia la denuncia che, ahimé, ho dovuto sottoscrivere. Ahimé? Non capite perché un cotanto afflato di letterarietà e un lamento ottocentesco da damina di corte che ha perduto le brache? Mi sto solo mettendo in sintonia con lo stile della denuncia. Leggete un po':






Il solerte appuntato, scoprendomi dottoranda in Filo... (filo che?) Lettere, mi ha chiesto di controllare se ci fossero errori: "Sono un appuntato, le barzellette si sprecano. Non vorrei finire anche su Facebook". No, tranquillo: non su FB, ma sul Magnetofono. 
Insomma, avrei cambiato tutto, ma ho impiegato 2 ore per questo campionato di bravura burocratico-retrò: alla fine mi ha anche portato via la tristezza per la morte dell'iPhone. Almeno ho l'italiano, pensavo rileggendo. Adesso, da filo... (filo che?) letterata, preparo qualche esegesi della denuncia (ché si sa, in letteratura niente è oggettivo, no? Ho visto portare a convegni perfino Bella di Twilight). 


DOVEROSE CHIOSE (in rima, tiè)

[...] salivo a bordo del treno regionale che conduce sino a Pavia 
(la poetica meta pianeggiante richiede un arcaismo da fine dicitore. Tra zanzare e nebbia, si sa, si moltiplicano le ispirazioni liriche: "Va' a plà i pum", noto invito che edulcora fruttevolmente il più originario "Va' à dà via l'òrgan").


Giunti all'altezza di Locate Triulzi (notate la passione sconvolgente per le perifrasi, iniziate con "salivo a bordo") alle ore 15.35 circa (secondo più, secondo meno), mentre il treno si trovava in sosta (uè, ce l'hai una siga?) ed io (avevate qualche dubbio sull'eufonica da prima elementare?) ero intenta a  maneggiare il mio smartphone iphone 4S...
... no, scusate, qui mi fermo... "Ero intenta a maneggiare"??? Ma scusate, c'entra con il fatto che mi è stato chiesto subito, dopo nome e cognome, se fossi CELIBE, e poi un sorrisone al mio "NUBILE"? Insomma, bando ai miei giochi erotici con uno smartphone - pure esibizionista, no? Saranno prove di vibrazione ritmata... 
[bla bla bla]; (punto e virgola dal sapore vagamente gaddiano; rigone blu a scuola, per intenderci) due ragazzi di giovane età mentre transitavano al mio canto, lestamente mi asportavano dalle mani il telefono sopra citato
... Ok, non so se oso commentare una simile perla aulica: in pratica, se devo interpretare, questi  Ulissi camminavano perché io, novella sirena-dei-fossi-padani, cantavo una melodia tanto armoniosa da farmi ASPORTARE il telefono, che come una pustola mi portava a cantare. Forse si trattava di un lamento per la pustola da treno regionale in estate? 

Ultima foto del glorioso iPhone. Ei fu...
Immediatamente, cercavo aiuto tra gli altri passeggeri, ma non riuscivamo a fermarli in quanto gli stessi si davano alla fuga scendendo immediatamente dal treno. 

Un chiaro desiderio di rendere il dinamismo: l'iterazione degli "immediatamente" e l'angosciosa avversativa sicuramente permettono di considerare la sintassi zoppa come un ricercatissimo intrico pronominale da attribuirsi al caos della situazione. E poi, diciamocelo, scappavano tutti "al mio canto", e forse anche per la scoperta della pustola.


NOTE A MARGINE


  • Non ho mai detto che uno dei due avesse la maglia FUXIA: avevo detto rossa. Ma è stato così argomentato: "Ma no, il rosso non si usa più molto. Sarà stato un altro colore, che tu (immediato tu da celib-nubile) non hai capito perché eri shockata. Facciamo... fuxia". Davanti a un addetto ai lavori non oppongo resistenza. Il fascino della divisa (la immaginavo fuxia, in una visione onirico-strafatta) poi... 
  • Siamo arrivati alla definizione di "atletico" dopo questo dialogo: 
A(ppuntato): fisicamente com'era?
Io: prestante. Magro ma muscoloso.
A: un body builder?
Io: ma no, erano due ragazzi normali ma ben piazzati. A viso scoperto, questo forse vi può interessare per i filmati...
A: Ci interessa fino a un certo punto. Ma fisicamente... fisicamente com'erano?
Io: Mah, fianchi stretti, spalle larghe, media statura. Di più non posso dirle...
A: Insomma, due fighi. 

Dubbio: e se il "celibe" nella domanda iniziale non fosse un errore ma un lapsus freudiano?

"Al mio canto", #Alghero

IN CONCLUSIONE

Morto un iPhone non se ne fa un altro. Continuerò a pagare Tre per un abbonamento-fuffa su un modestissimo Samsung che ci permetterà di "magnetofonare" qualche foto modesta.
Ah, della denuncia, chiaramente, nessuna notizia. E sono passati 23 giorni, quasi 24. Aggravanti: ho appena comprato il volo per rientrare in Padania; quale sarà il treno? Stessa ora stesso vagone. Appuntamento con la giustizia fai da te (ovvero non tirerò fuori il Samsung e soprattutto non canterò).


domenica 6 gennaio 2013

Magnetofono viaggiante/31

Pullman Autostradale MiCentrale - Aeroporto di Orio al Serio, h.16

Lo sapevo dalla partenza che era un errore sedermi dal lato sinistro, con il finestrino rivolto alle corsie di sorpasso. 1) perché è noioso, non puoi fare foto senza strisce di A4; 2) perché il sole, se c'è, a quest'ora l'hai tutto addosso; 3) perché ogni viaggiatore ha le sue perverse superstizioni.
Lo sapevo, ok, ho sfidato la sorte ed ecco che arriva la conferma dell'errore madornale: si siete vicino a me un aitante trentacinquenne che sembra appena uscito da "The Big Bang theory". Cerca un paio di volte il mio sguardo con rapidi scatti da ti-vedo-e-non-fai-in-tempo-a-girarti, ma l'istinto alla sopravvivenza mi consente di precederlo. Dieci minuti dopo, ecco che partono risatine più o meno sommesse e stropicciamento parossistico delle mani. Alla terza o quarta, non resisto, o diciamo che voglio capire il grado di pericolosità del mio vicino. Come mi vede, inizia:
"Bergamo, Bergamo, sa quando arriviamo?".
"A occhio e croce tra 40 minuti, ma in aeroporto, non in città".
Non l'avessi mai precisato! Mi spiega che dal Caravaggio tornerà a piedi in città, perché ha troppa fretta per aspettare un bus cittadino (ne passa uno ogni 15 min; ma w la propria sindrome di neo-Mercurio dalle ali ai piedi), perché ha fretta. Si deve sposare! o meglio, dichiararsi (e aumentano gli stropicciamenti di mani). Deve raggiungere prima delle 17.30 la banca dove lavora lei, anche 17.35 perché lei è una che stacca puntuale e poi saluta tutti, anche le donne delle pulizie (!), e almeno 5minuti di bonus li ha... Però deve comprare dei fiori, resta deluso del fatto che non so indicare fioristi, ma si rassicura: al massimo, prende un taxi e va vicino al cimitero, ci son sempre fioristi vicino al cimitero! Gli faccio presente che potrebbe prendere subito un taxi dall'aeroporto e farsi portare da un fiorista vicino alla banca. Ci pensa, tentenna, ma è troppo facile come soluzione. E in amore non è facile proprio niente: ieri non sapeva neanche di volersi sposare! La casa c'è, il lavoro anche, ma insomma, si è giovani fino a 50 anni! Però ieri era in stazione, contava i treni fermi ad arrugginire e ha pensato... che su tanti di quei treni hanno viaggiato persone che volevano sposarsi e invece scese dal treno sono morte!

Proporrei a TrenItalia di chiamare un servizio disinfestazione, un anti-iella, un dr. House; o gemellersi con una società di pompe funebri, invitare a bordo un po' di politici ed elaborare un sistema di recruiting persone odiate dalla società. Ai viaggiatori consiglierei cornetti porta-fortuna, tuta di amianto e soprattutto tanto spray al peperoncino per vicini di viaggio così... Alla futura sposa auguro di non scoprire mai da dove arriveranno i fiori, cosa ha mosso alla dichiarazione il promesso, e la sordità permanente.

{io, la sordità, l'ho finta a Orio, quando mi ha proposto di lasciargli il numero per raccontarmi come gli è andata}





Magnetofono viaggiante/30


#Pavia, Capodanno

Augurissimi!
Inizia il 2013 e ricominciano i viaggi!!! Auguri a tutti! Lo so, non si fa così, perché non è che in questi due mesi abbondanti non ci siano stati viaggi, anzi! Fin troppi, forse, da non avere il tempo neanche per schiacciare play al magnetofono e registrare le mattane successe a Milano,  Roma, Salerno, Roma di nuovo, Tarquinia, Pisa, La Spezia Bergamo, Pavia... Insomma, novembre e dicembre sono stati tutto tranne che stanziali. E oggi si riparte, sulla scopa RyanAir che da BG riporterà a AHO.

Secondo voi, potrebbero tornare gli altri magnetofoni, un po' distorti dalla demenza in aumento? Direi di sì.
Nel frattempo, godetevi qualche immagine di questi mesi di silenzio viaggiante...!

Intanto, vi regalo questa pillola di #SAGGEZZA OVER 80, fresca fresca di ieri. Ero a trovare la nonna e lì ci sono molti vecchietti più o meno arzilli, ma soprattutto fantasiosi. La nuova arrivata, dalla testina pettinata con tanti ricci stile parrucca-francese-luigi-XIV e dalla collana d'oro pesante quanto un neonato al termine, interrompe la sua logorrea con la vicina (intenta a ricamare un centrino con una V di un possibile "Vaffa'") e, vedendomi, spalanca gli occhi. Subito dà di gomito alla vicina che non se ne accorge (il lato destro è quello vittima di un ictus) e inizia a declamare:
"Oh, ben arrivata, Contessa! La stavamo aspettando tutti... Sempre bella, lei, e con questo cappottino!! Ma venga, venga, so che le sedie non sono state lucidate come a palazzo, ma qui battono tutti la fiacca i domestici".
Mia nonna da dietro si picchietta sulla tempia e spalanca le braccia, per poi sillabare platealmente un "è matta ma piena di soldi". 
Appena riesco a liberarmi dai racconti di "palazzo", sento che la mia idolatrice commenta:
"Eh, proprio bella... Ha fatto girare la testa anche a Casiraghi, lei!, poi però, dopo l'incidente in motoscafo, s'è passata una malattia, perché dovevano quasi sposarsi".
Ora capisco le mie precedenti sfighe sentimentali! Probabilmente deve esserci stata una rimozione, certo, e questo spiegherebbe anche la difficoltosa ricerca di identità e lo stupore di quando nonna mi dice "sembri quasi giovane". 

BG sotto la neve (22 dic)


Strada di casa (3 genn)


AHO, partenza (22 dic)


La Spezia (17 dic.), #FrecciaBianca


Tarquinia-Civitavecchia, 9 dic.



UniSA, fine novembre
Gennaio in cascina, casa, 4 gen. 2013

domenica 14 ottobre 2012

Magnetofono viaggiante/29

Intercity 662 Pavia-MiCentrale 10.25-10.50
Orio transfert delle 11.45
Volo BG-AHO h.14.40-16.05

Ricominciare
Sapevo da subito che sarebbe stato un errore l'intercity per milano. No, non parlo dei 7.50€ per la tratta, che neanche una Bugatti brucia tanto, ma per la costrizione nei soliti bugigattoli a 6 dove sempre, e dico sempre, qualcuno pesta i piedi, qualcuno telefona e qualcuno puzza. Stamattina alle costanti di cui sopra si aggiunge una novità: la conversazione sociologico-ambientale su una massa d'acqua non bene identificata di un marrone rossiccio non bene identificato in una cisterna non bene identificata. Si sa che l'uomo è un animale curioso e votato alla sete di conoscenza, ma troppo poco incline al "so di non sapere", dopo un tale greco (di cui tra l'altro non è certa l'esistenza e che, in ogni caso, ha fatto una brutta fine). Insomma, davanti a tanti "non identificati" parte lo spirito da CSI. Marito e moglie, dall'aria di manager abbastanza importanti da permettersi di arrivare a Milano alle 11 di lunedì mattina:
Lei: Chissà che cos'è... Ma secondo te ha a che fare con l'acquedotto?
Lui: va bene tutto, ma figurati, dai!
Lei: è che ci sarà qualcosa di fuso dentro... Magari sono fanghi per le cure di bellezza...
Lui: migliaia di litri???
Lei: beh, se distribuiscono in tante beauty farm...
Lui: secondo me è un depuratore e quella è... Hai capito...
Lei, delusa: no, adesso faccio una foto, la posto pubblica su Facebook e chiedo cos'è! Scommettiamo che qualcuno lo sa?!

Mantenendo la nostra costante ignoranza, arriviamo finalmente a Milano Centrale e posso andare a prendere il bus per Orio. Siedo pregustando un po' di Skunk Anansie e il panino al salame di mamma, quando un gruppo di liceali mi attornia. Sono indecisa se spostarmi o sfoderare i miei occhiali da prof dalle proprietà migliori dell'aglio per i cullen, quando l'inizio di una conversazione mi convince a restare ferma e immobile da pianta finta, per origliare meglio... Nota a margine: sono tre ragazzine di 15-16 anni.
Prima, con l'aria di sufficienza si chi la sa lunga: io glielo avevo detto che in acqua non si può fare...
Seconda: no? E perché?
Terza: ma sì, l'abbiamo studiato, qualcosa di fisica...
Seconda, ridacchiando: la spinta di Archimede? Uahahah, anche se forse...
Prima: non scherzare, guarda che lui ci ha provato in tutti i modi, ma non c'era verso...
Seconda: vabbè, chiaro, entra l'acqua, mica può entrare anche lui...
Terza: bella ciulata i film allora, sono sempre in queste vasche giganti...
Prima: ma fa passare pure la voglia, troppa fatica e poi mi sbucciavo le ginocchia...
Seconda: ma hai tolto il tappetino antiscivolo dal fondo?
Silenzio e lieve rossore.
Seconda: ahah più che pensare alle tue ginocchia pensa alle sue chiappe!!!!

Dite che il massimo volume dell'mp3 riesce a sconfiggere simili perle erotiche? Perché il rischio, poi, è di scrivere un nuovo capitolo di 50sbavature...

Contraddizioni in termini #AlgheroFertilia
Chicca finale di una coppia Sandra-Raimondo che ha condiviso il passaggio a Sassari da Fertilia.
Raimondo: abitiamo in zona del museo Sanna, ha presente? Con questo non voglio dire di aver sposato una cariatide...
Come non amare l'ironia tra sposini da 40 anni insieme? E fanno pilates 3 volte a settimana, uno di fronte all'altra. Non aggiungo altro, o anche il mio cinismo si commuove.

sabato 1 settembre 2012

Magnetofono viaggiante/24

Il potente mezzo

Volo Ryanair Orio Al Serio - Alghero
31 agosto, h. 19.25

Quasi tutti i Ryanair hanno ritardo: "L'Ibiza partirà a ora indeterminata: si invitano i viaggiatori [né cortesi né gentili] ad avvicinarsi al bancone degli imbarchi col voucher per ricevere un buono pasto":
1- meglio un "buon pasto"
2- date le lowest fares di Ryanair l'ipotesi 1 diventa utopia;
3- sarà una strategia provata e riprovata per mettere a tacere le lamentele (o per far strozzare i più animosi col famoso rospo in gola).

Comunque, il mio Alghero ha solo 10 minuti di ritardo, passati cheek-to-cheek con la squadra di pallanuoto di Milano in trasferta per una partita a Capo Caccia. Do dei polentoni ai più simpatici e non faccio che socializzare coi loro 2m e 90kg di muscoli. Penso di aver trovato l'America ma una pioggia torrenziale ci separa lungo il tragitto a piedi per salire a bordo. Proprio così: usano sempre 'sti pullman quando vorresti sentire la brezza primaverile salire dall'asfalto della pista e con la pioggia battente no?!? Già pregustavo il guizzare dei muscoli di quelle braccia attorno alle maniglie del pullman... Pazienza, mentre mi attorciglio la sciarpa di seta attorno alla testa (tenendo ostinatamente gli occhiali da sole per sembrare una diva anni '50), scopro che il mio trench pagato una follia becera (erano i tempi in cui vivevo di mance, non sapevo che fatica per guadagnare!) non è impermeabile.
Raffreddata in qualunque bollente spirito, diventata ormai testimonial dei capelli effetto seta-bagnata, mi siedo in zona pallanuoto, ma vicina al finestrino, perché già sogno di vedere il tenero 737 che buca il temporale. Almeno un tramonto!

"È libero?".
"Sì, prego".
Dovevo dire di no, che il mio amico invisibile occupa due posti perché è americano e vive di Burger King, o inventare una qualunque patologia cronica da asfissia... Invece, il viaggiatore con pantaloni mimetici e tshirt a righe blu mi sceglie come scaccia pensieri e racconta che:
- fa l'idraulico a Milano e adesso che stanno tornando tutti lui si prende le ferie. Lui è rimasto (medaglia al valore?) quando tutti i colleghi lasciavano poveri lavandini a perdere e mogli sole (?);
- ha la casa a Stintino da vent'anni, là bellissimo ma non c'è niente da fare. , i locali sono pochi e c'è sempre da far km. Meglio chiudersi in casa e trombare, che poi, si sa, il mare concilia;
- butta là se non vado mai a Stintino di sera e io casco a chiedere perché dovrei, visto che ci sono due bar in croce. Lo sguardo da mandrillo mi suggerisce di cambiare argomento al volo.

La conversazione viene interrotta da uno Strap-Strap poderoso dal sedile davanti, seguito da un commento di madre orgogliosa:
"Ma amore, ma quanta ne hai fatta!".
Io e l'idraulico ci scambiamo un'occhiata di disgusto allibito e invochiamo l'arrivo di una hostess incazzosa, magari dell'Est, meglio se con uno dei salamini che vendono a bordo, ottimo se usato come bacchetta punitiva. Invece, attirate dalla puzza, arrivano due inglesine che rammentano (sic! Hanno imparato da TrenItalia) che i bagni hanno il fasciatoio. La madre le lascia passare e ricomincia la sacra pulitura, per poi tendere alle hostess pannolino e salviettine un po' meno fresh e molto meno clean.

Davanti a tanto, l'idraulico prova a buttare lì di offrirmi una cena, o almeno un passaggio a Sassari (giusto quella 50ina di km di deviazione!), tanto guida suo padre (pure?!). Mi invento un gatto geloso e un fidanzato da sfamare, con chiara confusione ma non capisce e sono salva. O quasi: aspettiamo di vedere l'atterraggio!
Ricordi di #Bosa più che motivanti
Finalmente, traballanti e puzzolenti, arriviamo in semi picchiata per rispettare il primato ryanair dei voli in orario. Cosí rimestata, saluto l'idraulico e ricevo i miei 10kg di bagaglio a mano dalle possenti braccia del nuotatore. Si scende: i ragazzi hanno fame, mi chiedono un buon ristorante di pesce ad Alghero. Mabrouk, senza dubbio. Buttano lì qualche ottima scusa perché li accompagni e sto per accettare quando vedo il mio autista già lì per riportarmi in città... Sfumano davanti ai miei occhi i sogni di aragosta alla catalana lanciata da un giocatore all'altro. Li saluto e salgo tristemente sul pulmino; lascio che (non so come) il mio autista parli di grappini bevuti al freddo delle piste trentine, di come scende che è un piacere con -27 gradi, del sapore e degli effetti benefici su corpo e spirito. Mi butta lì un'offerta di filuferro per festeggiare il mio rientro.
Cielo bigio, maestrale, volo sofferto, un'ottima lasciata-persa?! Filuferro, e che anneghi anche l'inconscio.

(back to Sardinian House - or Home?)

venerdì 31 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/23

31 agosto
Stazione di Bergamo, h. 17
Orio al Serio, Imbarco 12, BG-AHO

Sapevo che era lei dal primo sguardo. Anzi, dal primo urlo sul piazzale della stazione affollato di stranieri: "Scusate, sapete se passa qui l'autobus per l'aeroporto?". Senegalesi, russi, tedeschi e peruviani non rispondono, e lei decide di andare all'enorme transenna dei lavori in corso, saltare oltre il metro e cinquanta di recinzione metallica e gridare all'operaio (di spalle) con martello pneumatico la stessa domanda. Nessuna risposta. Torna all'ex fermata, quella dove hanno sradicato il cartello con l'indicazione delle fermate e inizia a girare attorno al palo, sperando di far materializzare una indicazione nel riquadro ormai bianco.

Un po' per il rischio di crisi isterica, un po' per la noia dell'attesa e pochissimo per spirito umanitario, vado a offrirle solidarietà da viaggiatrice. Subito, mentre emigriamo sotto la pioggia battente in c'era del bus, scopro che:
- è una prof di lingue in pensione;
- l'Italia fa schifo e i lavori in corso lo dimostrano (cosa penserebbero i solerti operai bergamaschi, well-known nel mondo ante-egiziani per rapidità e stacanovismo?);
- che i politici sono tutti uguali, e non resta che votare Grillo perché almeno è un comico che ha smesso di far ridere e non un serio che fa ridere suo malgrado;
- che prova pena per me che amo il mio Paese, e mi dice che dovrebbero inventare cliniche per disintossicare giovani come me (sic);
- che si trasferirà presto nella sua villa in Costa Brava, ma prima deve vendere le suE proprietà in Italia, e vuole venderle bene;
- che è assurdo dare una liquidazione di 26 milioni di euro, che è un furto legalizzato.

Detto questo, sale indignata sul bus e non oblitera. La coerenza mi fa schifo forse?! All'aeroporto mi lascia la sua email, chiedendomi di scriverle, che mi invita in Costa Brava e mi ospita più che volentieri. Allude (modesta!) al suo trasferimento definitivo come all'ennesima fuga di cervelli.
Sarò stupida e da disintossicare di idealismo, ma io in Costa Brava non ci andrò, non manderò nessuna email. Perché io sono una che oblitera ancora il biglietto.

{ringrazio la sorte che mi sta graziando il volo da sovrumani ritardi e interminate rotture. A meno che... Se fosse stata quella la mia siepe?}

Tempo d'imbarcarsi.

sabato 18 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/21

Da qualche parte, sul FrecciaBianca da #Desenzano a #MiCentrale
(Treno FrecciaBianca Desenzano-MiCentrale: h. 14.22
Treno IC MiCentrale-Pavia: h. 16.05)

Da un pallosissimo viaggio in Frecciabianca di un'oretta, senza grandi colpi di scena: 
  • uno sfattone overaged con una magliettina rosa (aderente sulle prove di troppa Vallelata mangiata a rallentatore) racconta del suo Ferragosto passato a Desenzano al Coco Beach con "tipe troppo intrippose" [sic], che "oh, vedere come mi squadravano di brutto... ma io non gliel'ho dato, perché il treno oggi era presto!". Nota a piè di pagina: 1) il treno è alle 14.22; 2) per una notte di sesso gratis con "tipe intrippose" (e nota il plurale), caro magliettina rosa, si può anche fare un after; 3) soprattutto: ma quando ti ricapita?! 
  • Il deserto dei binari non corrisponde
    al casino di #MiCentrale
  • due sciure moderne discutono di griglia e di mariti a Ferragosto: "Gino va a prendere da bruciare un po' di carta per fare attaccare il fuoco". "Ma la puzza? Il mio Ermanno ce la fa senza". "Mah, no, dipende da che tipo di carta bruci! Una volta mia suocera voleva buttare la pellicola del pollo, figurati tu! Adesso il Gino usa la carta giusta, quella delle riviste. Dice che brucia i vestiti di Glemùùùr [sic] e del Vanity, perché è contro la moda". Un momento di pausa e l'altra: "Ma non lascia giù la stampa? Sai, la carta patinata...". "Macché, tutta salute! Una volta le patate al cartoccio avevano le macchie leopardate di D&G".
Sul secondo treno, raggiunto di corsa da un binario a un altro lontanissimo, facendomi spazio tra centinaia di viaggiatori in transito, raggiungo il desertissimo intercity per Pavia. Anzi, per Livorno Centrale: e la tentazione è tanta, visti i miei viaggi liguro-toscani degli ultimi mesi. Dopo aver controllato per acribia (non so neanch'io che vuol dire, ma suonava strano e abbastanza ballista) gli orari di arrivo a tutte le stazioni intermedie, scopro che il mio ottavo vagone non esiste, né il nono. Dunque, ritornare indietro alla 4 o alla 2; siccome siamo tutti italiani, dopo aver percorso 10km in cerca del vagone 8 o 9, quasi fuori dalla cupola di MiCentrale, ripieghiamo sulla 4, anche perché la 2 è un miraggio che ci porterebbe a spendere altri 2€ per una bottiglietta di Gatorade alla macchinetta, più un numero x di calorie per una Fiesta, che speri ti faccia smettere di non-vederci-più-dalla-fame (di condizionatore). La sottoscritta prova a fare la furbata: quanti riempiranno la carrozza 6? Dai, pochi-pochissimi il 16 agosto, e poi devo scendere alla prima fermata, che sarà mai? Come previsto, vagone deserto. Ma come non previsto, una viaggiatrice approda allo stesso vagone deserto, e si ferma proprio davanti a me, al mio ipod sdraiato comodamente e sottocarica, al mio zainetto appollaiato sulla cappelliera, alla mia borsa sdraiata sul sedile affianco col mio giubbotto di jeans. 
Egocentrismi storti
"Scusa, ma avrei questo posto". La guardo, tra l'incredulo e il sospeso, in attesa che commenti qualcosa come ma mi siedo qui di fronte, non cambia niente. Nulla. Silenzio d'attesa che mi levi dalle sacrosante. Butto lì un "hanno staccato due vagoni, siamo tutti costretti a ridistribuirci, sa com'è...". Ma dal modo in cui abbassa gli occhiali da sole sul naso e dallo sguardo strabico, capisco che la natura ha già fatto abbastanza per incattivirla e non voglio certo che sperimenti su di me lo sfogo delle sue insoddisfazioni. Raccatto tutto in dieci secondi e filo alla 4. 

UNICO VAGONE SENZA ARIA CONDIZIONATA
Qui, scelgo (fortunatamente?) di sedere di fronte a una coppia anzianotta. Lei si sventaglia furiosamente con il biglietto del treno, lui usa il suo biglietto per canalizzare l'aria (finta) in uscita dalla griglia verso la moglie, e sfodera di tanto in tanto un dolcissimo sorriso bucato (due denti in alto su sedici o simili). E in pieno accento livornese, senza chiedere iniziano a giustificarsi:
"Sai, noi si viene da una vacanza a Nord, e questo caldo qui non lo sapevamo...".
"Diglielo, Dario, non una vacanza a Nord, ma a CAPO Nord, maremma a te! Quando dici a nord sembra che sia in Val d'Aosta... Signorina, con quel che abbiamo pagato, vale bene dirlo, no? Dieci anni per andare a Capo Nord". 
"Sai quante creste sulla spesa?".
"E un freddo... Da avere la giacca a vento, e anche il cappuccio, ma il cappuccio su... E adesso Milano, 'sto caldo qui e si sta a fa' 'na sauna...". 

C'è sempre chi è messo peggio. Basta ricordarlo. E a me, per dirla tutta, un po' spiaceva scendere....


venerdì 17 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/20

Il Porto di Salò al primo tramonto. Barche che non avrò mai.

(Ferragosto 2012, Salò - BS)

Piazza di Salò, Concerto di Ferragosto. Il pubblico è così variegato e poco music-oriented da apprezzare appieno il mix furbastro dell'orchestra: Rocky, riarrangiato con la ripetizione in un gigionissimo loop del ritornello arcinoto, fa a pugni con Benny Goodman memories, un pezzo nuovissimo come Pilatus sta vicino alla Leichte Kavallerie. Mentre una percussionista iper-bresciana cerca (invano) di lottare contro il ritmo travolgente di un travolgente samba, nel pubblico ...

  • qualcuno non ce la fa più, scavalca le diecimilapersone compresse tra file di seggioline disposte con decrescente spazio vitale per le ginocchia o fa alzare intere cordate familiari (bis-nonni compresi) per raggiungere la fantastica Casa del dolce, gelateria notissima che attira gli abitudinari e, dai richiami subliminali dei coni in uscita, attrae i novellini; ne escono palle gelate e colanti che sfidano la legge di gravità, su parigine croccantissime, che col crick-crock rinvigoriscono la veste ritmica del brano;
  • la vecchietta dietro di me intona Va' pensiero, supportando le tre corali, riunite per l'evento da un pazzo direttore (ma non sa che rimescolare le voci di paesi vicini è come proporre una cena di beneficenza a palestinesi e israeliti?). Il testo della cover ultra-settantenne suona più o meno così: "va' pensiero sull'albe dorate, qui si posa e non vola la rosa..." fino all'insuperabile richiamo, di chiaro stampo padano: "al padrooooon!" (cit.).
  • una bambina odiosa, sette anni di prepotente preparazione musicale, scuote la testa a ogni attacco e fulmina la madre che, strozzata da un lembo di uno dei fazzolettini gelatofori, tossicchia educatamente per sopravvivere almeno fino alla maturità della suddetta critichina musicale (mamma, proprio sicura che ti convenga?). Scontenta per il fastidioso cof-cof materno, la piccola assesta gomitate a destra e a manca, con particolare gusto per le ginocchia faticosamente accavallate nel vano vitale tra due sedie (leggasi: ginocchia della sottoscritta);
  • una coppia di chiari amanti della musica, in coda per La casa del dolce, incontra una conoscente, lì seduta da tre ore prima del concerto, per accaparrarsi un posticino con una buona acustica. Scoprendo che tra i musicisti c'è anche un amico comune, la coppia s'interessa, quasi all'unisono (irrompendo su un pianissimo dell'orchestra): "Ma lì su quelle sedie quanto si dorme bene da 1 a 10?";
  • un appena post-neonato verifica tutto l'alfabeto (noto e non) sulla spalla del padre, che prova a zittirlo e nella pausa tra un applauso e l'attacco del nuovo pezzo commenta: "Corpu d'un canaja" (chiaro vezzeggiativo padano che ben si sposa con le migliori tecniche educative) e abbandona la piazza inciampando nell'unico marciapiede;
La piazza del concerto #Salò

Ma anche i residenti che hanno finestre aggettanti sulla piazza sono chiaramente molto felici di condividere il concerto ferragostano dal comodo divano di casa:
  • uno, sul fondo della piazza, si affaccia a guardare che sta accadendo: torso nudo, comodi gomiti sul davanzale, e cellulare in cui sputare sentenze che, per un gioco di echi, rendono cantato - rappato - un pezzo di Tchaikovsky. E non capisce che tutte le teste alzate in sua direzione non stanno rimirando i suoi pettorali... 
  • da una finestra che si affaccia sulle ultime file e sui tanti coraggiosi ascoltatori in piedi, un bontempone decide di non privare i presenti del tradizionale gavettone di Ferragosto. A spruzzate regolari, complice il buio assoluto della sua casa e un poderoso vaso di gerani sul balcone, asperge la folla di un liquido non identificato. Segue sdegno e un vociferare da gossip, sottovoce, indignato e divertito. Forse il benedicite contava di guadagnarsi un TT (= Trending Topic) su Twitter?!
Quando, dopo un numero imprecisato di Bis-Tris-Quatris..., l'orchestra e i cori riuniti abbandonano l'affezionatissimo palco, si raccolgono senza dubbio commenti entusiastici tra la folla in più o meno regolare deflusso:
  • "Certo che quel pezzo là, quello di Rambo, secondo me era il più forte" (era Rocky);
  • "Mi sa che ho mangiato troppo gelato... No, non passiamo a bere qualcosa, andiamo dritti al cesso";
  • "Se chiamavano i Pooh, a me mi piaceva di più; a Gigi D'Alessio, qui in Padania, invece gli sparavano di sicuro";
  • "Folkloristico" (significativo quando i pezzi vanno da Bernstein a Bonfa...);
  • "Mmmm... A Milano lo sentivo senza dubbio meglio. Incivili, questi". Risposta pratica del santo marito: "Sì, ma l'ultima volta a Milano hai speso 120 €, qui è gratis";
  • Ottica di Monti applicata alla musica: "Non ho capito una cosa: ma chi paga tutti quelli lì? Secondo me un paio coi corni (!) si potevano anche licenziare".
Un po' la signora milanese aveva ragione: all'Auditorium avremmo trovato acustica, exploit, selezione di brani e comodità migliori. Ma dove avrei raccolto materiali così magnetoFILI?

#Lugana, the day after, a dimostrazione che i gavettoni di imprecisate
sostanze liquide temprano lo spirito e il carattere. Si sopravvive
per una super brioche-cappuccino alle 8.

giovedì 16 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/19

(Treno Pavia-Milano Centrale-Desenzano)

14 agosto 2012

Desenzano si annuncia dal treno

Sul treno da Milano Centrale. Viaggiatori disimpegnati:

  • valigia lanciata a inizio vagone con annesso giubbino incastrato per terra tra tre trolley (e va bene il similpelle schifoso, ma che dire delle colonie microbatteriche acquisite da portarsi in vacanza?); 
  • viaggiatore camiciarosso con evidente iperattività percorre e ripercorre gli stessi 3m di carrozza (memento: spiegargli che il famoso solco scavato da Zio Paperone era una finzione); 
  • due ragazzotti provenienti dal vagone ristorante con il loro toast dal retrogusto cartaceo avvistano in avvicinamento un sovraccarico passeggero con valigia, zaino e colonnina di ventilatore e annessa scatola di cartone tipo arma impropria: chi pensate che si sia spostato?; 
  • signora della Milano bene, madre di famiglia, tiene la figlia al di là del corridoio mentre legge Cinquanta sfumature, di tanto in tanto sospira e si interrompe commentando: "Meglio che mi prenda una pausa...". Potere riprovato del MommyPorn o rimorsi dell'acquisto? L'espressione immutabile del viso inceronato non aiuta.


L'aitante madre di famiglia (reading #50Shades)

lunedì 13 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/18


12 agosto 2012



(Viaggio Alghero - Pisa: Ryanair; Pisa - Pavia; Trenitalia, IC 670)

Il fondoschiena del mio vettore più frequentato

Aeroporto di Fertilia. Arriva il volo Ryanair da Pisa; dopo aver sbarcato gli scombussolati viaggiatori (partiti alle 6.30 dal Galileo Galilei), pilota e co-pilota scivolano fuori dai finestrini, forse dopo aver visto troppe puntate di Hazzard o per mostrare il fascino della divisa non solo a mezzobusto, scivolano fuori dai finestrini laterali e, in equilibrio sulle sacre protuberanze inferiori, iniziano a staccare fogli di Scottex, su cui sputano gentil salivetta e fregano con solerzia i finestrini anteriori. Risparmio di personale, senza dubbio, in tempi di crisi...
Una volta imbarcati, così ci saluta il capitano: "Signore e signori (prima le donne, eh?), buongiorno! Benvenuti sul nostro volo Ryanair. A quanto sembra, ci sono tutti i passeggeri e possiamo anche partire, cosa ne dite?". Era un italiano, inutile specificarlo.

Di Pinocchi, si sa, c'è pieno il mondo...

Gironzolando per Pisa, nelle due ore di attesa del primo treno per Pavia: vù cumprà che cerca di vendermi occhiali da sole tamarri a 5 € e poi propone di scambiarli coi miei Lagerfeld originali-pezzo-unico-vintage; bambino inglese che, avvicinatosi al mega-modellino di Pinocchio e non conoscendo la storia, cerca di segare via la punta del naso con la chiave del B&B; incontro-scontro tra due giapponesi che volevano fare la solita foto reggendo la Torre di Pisa e, avanza tu che vado indietro io, hanno sperimentato il vecchio culo-a-culo, cui segue cortesissima risatina nipponica con scuse che fanno della loro lingua agglutinante qualcosa di troppo agglutinato e quindi inascoltabile; un vecchietto entra alle h. 10 all'Anatolia Kebab chiedendo un gelato (quando la gelateria Umpa Lumpa è a due metri di distanza esatta, ma certo i nomi non aiutano).

MyChef di Pisa mi ha fornito una cotoletta transgenica in pane gommoso
On train. Dopo mezzo viaggio sola, con annessa foto autoscatto in centocinquanta pose diverse fino al completo (forse vano, effimero, irrisorio?) soddisfacimento dell'ego e del super-ego insieme, sale una coppia di donne inglesi. La vecchia e la EL James del UK sfoderano un vassoio imbarazzante colmo di tutti i dolci toscani che si possono trovare a Pisa, tre o quattro esemplari per tipo. Ridendo a chi sbriciola di più (forse tipico humour inglese?), si passano l'una con l'altra pezzi sbocconcellati di buccellato, e l'unico commento che avverto è: "There's no butter, we can exagerate!". Convinte loro...
Who's real?
Sale poi un inquietante uomo vogherese, un Raspelli dimagrito (e dunque incattivito), che occupa buona parte dello spazio davanti alla porta dello scompartimento, con un'inquietante borsa da viaggio o ventiq..., no quarantottore sulle poderose ginocchia tonde; inizia a estrarre con una meticolosità da serial killer libri e atlanti geografici, un evidenziatore per libro e una matita acuminata. Poi fissa noi tre donne con espressione malefica, la punta di grafite rivolta verso di noi; ma rinuncia all'istinto e parte con sottolineatura furiosa, che non gli fa neanche notare che:

a) a Genova sale una giovanissima cinesina dall'aria simpatica ma tonta, che ignora totalmente l'italiano, l'inglese, il francese e ogni lingua diffusa, e solo i gesti la avvertono di desistere dall'impresa donchisciottesca di caricare dal (basso del) suo metro e cinquanta ai 2 metri del supporto la valigia-coffin da 50kg;

b) in corridoio l'addetta delle FS s'incastra rumorosamente con il carrello delle cibarie (?) tra la maniglia della porta e la suddetta valigia;

c) due ragazzi poco pratici di treno aprono il nostro scompartimento, insultano chi ha - avrebbe - rubato il posto, salvo poi accorgersi di essere in un altro vagone e... di un altro treno!

d) arriva un simpatico prete svizzero che, accanto al burbero geografilo, ipotizza per la terza volta le leggi di contaminazione tra il mio accento pavese e il romanesco, investigando per trenta minuti sulla mia presunta permanenza prolungata a Roma, che non può certo essere stata di una sola settimana, oppure ok, deve essere per forza così, sono molto portata per le lingue...

Arrivo a Pavia. Finalmente scendo, liberata dal Raspelli corso giù all'ultimo a Voghera (dopo aver maniacalmente riposto ogni evidenziatore a segnare la pagina di ogni libro; e ogni libro in una diversa tasca della quarantottore); saluto cordialmente con un "goodbye" le inglesi e con un cenno della mano la cinese. Il prete svizzero mi congeda così: "Che il Signore ti benedica". Non so che rispondere, butto lì un "Benedica pure Lei", ricordando solo dopo che in pavese il vecchio "va' a fàt benedì" non è esattamente un augurio. Ma conto sulla mancata globalizzazione dei micro-viaggiatori, e finalmente a casa.

Questione di prospettive. Sempre e comunque.

lunedì 6 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/14

In AEROPORTO A FERTILIA:

Marito e moglie sulla cinquantina, ultimi in coda, con scarsa pazienza e poco avvezzi agli aeroporti. 
Marito: "Vedi, potevamo partire prima! Mezzoretta almeno... Ci siamo buttati giù quel caffè lì al volo, la brioche l'ho tutta qua...". 
Moglie: "Non siamo venuti in aeroporto a far colazione". 
Un genio.



Magnetofono viaggiante/13

Complimenti tragicomici degli ultimi giorni di giugno 
(tragitto Messina - Reggio Calabria - Pisa - La Spezia - Genova)

"Certo che sei anche simpatica, non l'avrei detto"(anche? Non l'avrei detto?)- 

io:"ogni tanto vorrei essere stupida stupida ma bella bella"."Su uno dei due non ho assolutamente dubbi".-

"Io e te si potrebbe vivere insieme, non vedi? Ti trucchi in 5min! Non sembri neanche una donna".-

"Quasi 27 anni? Giuro, te ne davo 22-23. Allora ci provo con quelle là, a te non la do a bere"-

"Sei una donna completa! Possiamo FARCI da amici?". 


E insomma: sventata mano nella borsa, sventata mano sul sedere.
Reggio Calabria dal porto di Messina

Magnetofono viaggiante/12

Passaggi. E tornare forse non ha sempre un senso, ma una direzione sì. 

(8 luglio, sul treno da Vicenza a Milano. Fermata di Desenzano del Garda)

Desenzano del Garda dal FrecciaBianca