Visualizzazione post con etichetta Magnetofono amarcord. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Magnetofono amarcord. Mostra tutti i post

venerdì 29 settembre 2017

Magnetofono amarcord/51

SO CLOSE, NO MATTER HOW FAR [antefatto]

Immaginate di avere la malaugurata idea di spendere il vostro venerdì pomeriggio non solo nelle usuali pulizie da massaja con sensi di colpa epocali, ma dopo i primi improperi per gli abiti autunnali tutti spiegazzati (e già vi vedete con la fascia di Rambo a stirare per ore, con serie tv a palla - e la sua stessa espressione, sì) e iniziate a fare promesse per il prossimo anno ("Giuro che stirerò tutto prima, poco per volta, così al prossimo cambio non mi troverò messa così male"... Ok, utopia). Poi accade qualcosa di singolare, mai accaduto prima: vengo contagiata da Marie Kondo, o forse il suo influsso pietoso arriva dritto dal Giappone. Ok, è ora.
Ok, guardatela bene: quanto può essere spietato un visetto così dolce, con un sorriso tanto aperto? Bene, se leggete i suoi libri sul potere del riordino, immagino il suo sorriso che diventa ghigno, gli occhi che si stringono ancora di più in un cattivissimo sguardo assassino. Il problema è questo: per me i suoi libri sono il terrore allo stato puro, o meglio il Giudizio Universale guardato dagli occhi di un'orientale ordinatissima, che pone domande destabilizzanti come questa: userò ancora questo vestito? Se la risposta è no, immaginate la fine che farà il vestito?
Bene, per me questo è dolore allo stato puro. Sono una feticista del romanticismo: anche quando i vestiti smettono di andare bene, come se avessero un'anima, o peggio ancora, se portassero un'impronta degli eventi epocali che hanno vissuto, meritano di stare appesi nell'armadio. O, se proprio sono di taglie irrecuperabili anche dopo la dieta dell'acaro, possono stare ripiegate con grazia in fondo, dove nessuno guarda mai... E non da oggi, ma da sempre!