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venerdì 29 settembre 2017

Magnetofono amarcord/51

SO CLOSE, NO MATTER HOW FAR [antefatto]

Immaginate di avere la malaugurata idea di spendere il vostro venerdì pomeriggio non solo nelle usuali pulizie da massaja con sensi di colpa epocali, ma dopo i primi improperi per gli abiti autunnali tutti spiegazzati (e già vi vedete con la fascia di Rambo a stirare per ore, con serie tv a palla - e la sua stessa espressione, sì) e iniziate a fare promesse per il prossimo anno ("Giuro che stirerò tutto prima, poco per volta, così al prossimo cambio non mi troverò messa così male"... Ok, utopia). Poi accade qualcosa di singolare, mai accaduto prima: vengo contagiata da Marie Kondo, o forse il suo influsso pietoso arriva dritto dal Giappone. Ok, è ora.
Ok, guardatela bene: quanto può essere spietato un visetto così dolce, con un sorriso tanto aperto? Bene, se leggete i suoi libri sul potere del riordino, immagino il suo sorriso che diventa ghigno, gli occhi che si stringono ancora di più in un cattivissimo sguardo assassino. Il problema è questo: per me i suoi libri sono il terrore allo stato puro, o meglio il Giudizio Universale guardato dagli occhi di un'orientale ordinatissima, che pone domande destabilizzanti come questa: userò ancora questo vestito? Se la risposta è no, immaginate la fine che farà il vestito?
Bene, per me questo è dolore allo stato puro. Sono una feticista del romanticismo: anche quando i vestiti smettono di andare bene, come se avessero un'anima, o peggio ancora, se portassero un'impronta degli eventi epocali che hanno vissuto, meritano di stare appesi nell'armadio. O, se proprio sono di taglie irrecuperabili anche dopo la dieta dell'acaro, possono stare ripiegate con grazia in fondo, dove nessuno guarda mai... E non da oggi, ma da sempre!

lunedì 11 settembre 2017

Magnetofono cittadino/50

COME RIDGE... A VOLTE RITORNO
3 anni di silenzio (colpevole?)

Foto da un coraggioso sito web
con ottima funzionalità digestiva
Sono successe tante cose in questi tre anni, in cui vi avevo lasciato su un treno dove origliavo arrivavano fantasiose boiate. Ma ora - dopo tre traslochi, la conquista di un fidanzato coraggioso, la convivenza con un gatto più furbo di me, l'inizio e la sopravvivenza all'insegnamento, l'inizio e la fine di un lavoro, tante strette di mano e qualche sputo (immaginario, purtroppo) - ci siamo! Perché l'evento è ghiotto e hot, anche se ormai dovete cancellare i bei racconti di avance di gran classe. Ho notato che le avance arrivano ancora, ma c'è qualcosa di patetico come Ridge in queste ultime puntate di Beautiful - che poi, a dirla tutta, sulle mascelle che bucano la pelle non c'è granché da dire, è un chiaro effetto collaterale della slinguazzata con balde giovani con quarant'anni meno di lui e molta più prestanza fisica; ok su quello taccio, quindi, ma sui vestiti...! Ma forse questa foto è stata scattata a Coachella?!
Ecco, allora immaginatemi così: come una Brooke un po' più invecchiata (ma non ingrigita), con uno sguardo ancora più divertito da quel che vedo (c'è pieno di Ridge, che credete?), lo stesso sorriso di prima (una o due carie in più). 

IN VIAGGIO CON L'OSPITE D'ODORE

Lost in PP (Pianura Padana)
Ci siamo. Immaginate una domenica pomeriggio, sul tardi, di fine estate: tempo bigio in Pianura Padana, l'abbronzatura (poca) che inizia a prendere il colore di tendone della nonna lavato con troppo Dash, la polenta e spezzatini della mamma (avete mai notato quanto l'apporto di kcal delle mamme viaggi di pari passo con le previsioni? Ma quest'anno è iniziato ben presto, con 25° buoni...). Mi sono traslata fino alla macchina con la classica andatura sicura di chi ha tacchi tanto alti da fare testamento ad ogni passo (peccato  che io avevo le sneaker e in testamento posso lasciare solo qualche quintale di libri e un gatto, e il Magnetofono, ovvio). 

Insomma, in qualche modo salgo sulla macchina, lasciata volutamente con i finestrini abbassati per prendere aria e ritemprarsi dopo i bagni di afa padana, saluto che neanche Kate e parto.
Sono persa in una cantatina a squarciagola di Tiziano Ferro, strumento che tiene a distanza le altre macchine come neanche il cruise control più sofisticato sa fare, penso alle buche che sulla statale impegnerebbero anche Hamilton, quando l'occhio cade sul finestrino semichiuso, lato guida. Una macchietta scura ha invaso il mio campo visivo, una macchietta che si muove e sembra risalire il vetro, impavida e imprudente, ma la superficie è scivolosa, provo a dire alla macchietta di stare lì ferma immobile, di non fare un passo oltre, e invece... tac, la macchietta cade rovinosamente e dal rumore incazzato si rivela per quello che è: un cimice! (Lo so, forse dovrei dire la cimice, femminile, ma mia nonna diceva sempre che "il cimice" è noioso come i maschi quando hanno fame, da lì scusate ma mi trovo d'accordo e per me la cimice è maschio).

giovedì 23 gennaio 2014

Magnetofono librario/47

Il Magnetofono è fermo da un po', ma solo perché i pochi neuroni sopravvissuti stanno percorrendo km su cuscinetti d'aria, come quei treni giapponesi... Vabbè, ok, cominciamo. Volevo sprecare qualche parola (sempre troppe) e spezzare una lancia a favore di chi, come noi su CriticaLetteraria, si fa in quattro per recensire gratuitamente online. Sto diventando menosa? No, è che non si immaginano i backstage. Anche noi come i ballerini di danza classica, abbiamo la nostra pece che sporca le scarpette di seta, e anche noi abbiamo gli alluci valghi per le ore in punta di piedi tra le pagine dei libri. Qualche volta abbiamo applausi che ci siamo meritati, qualche volta silenzio indifferente (ahi), e qualche volta riceviamo... fiori. Ed esco dalla metafora.

IL TUO LIBRO E' UNA CRISALIDE (SE NON SEI UN PROUST 2.0)
Gli autori 2.0 secondo me ogni tanto hanno bisogno di chiudere il pc, guardarsi intorno, tornare alle sane abitudini di una scop... scoperta colossale come il ses... Sestri Levante - La Spezia, che è un treno bellissimo e offre un sacco di ispirazioni. Attraverso i vetri dei finestrini infangati puoi davvero sognare di tutto, prendere appunti e... e soprattutto capire che esiste un mondo oltre il tuo libro che, se ti va bene, venderà qualche copia in più oltre la cerchia familiare, e anche se andrà bene bene morirà dopo i soliti tempi sempre più brevi del ciclo editoriale.
Invece no. Allora pensi ai Book Blogger, che spesso hanno competenze (se non li scegli a manciate casuali) e tanta passione: non glielo fa fare nessuno di recensirti, no? Sono energie e tempo impiegati - difficilmente sprecati. E fin qui tutto bene...
Quando il/la Book Blogger, specie se ha una faccia di m... mentina come la sottoscritta e una passione smodata per i viaggi, inizia a parlare con chiunque ai festival librari, la fine è vicina. E qui parte la mia storia.

martedì 3 dicembre 2013

Magnetofono cittadino/45

Il mio quartiere ha senso dell'umorismo #Carbonazzi
"Noi donne sappiamo fare tutto": è una delle frasi che ho sentito ripetere in continuazione negli ultimi anni. Io non lo dico, perché mi sembra di ricadere in un pregiudizio al contrario, ma devo dire che faccio, faccio... Insomma, poi sul come lo faccio, dipende... Ci sono alcune cose che non farei mai, come andare dal meccanico, cambiare lampadine, scacciare ragni e altri insetti dalla casa, rovesciare i materassi (da sola, eh). Oggi ho finalmente semi-risolto una questione che mi preoccupava, uno di quei pensieri fissi che mi perseguitava prima di andare a dormire (sì, è un periodo senza grandi preoccupazioni): non una spada di Damocle, ma quattro bei pneumatici invernali che saranno il mio lasciapassare autostradale per rientrare in pianura dalla Sardegna tra un po'. 
Insomma, immaginatevi squattrinati, con un trasloco da fare dopo tre anni di saldi e libri accumulati, con una Clio del 1999 che non si trasformerà in una borsa di Mary Poppins (prima lo accetto e prima mi muovo a cercare i prezzi degli spedizionieri). Senza sommare quei pensieri nostalgici che presto diventeranno magnetofoni... Insomma, queste erano le premesse.

E oggi, agguerrita, truccata e ben sistemata, mi sono lanciata nell'impresa dei preventivi, con in mente le raccomandazioni di papà:
Ricordati, segna il tipo di pneumatico che hai già [...seguono indicazioni tecniche che ho già scordato su specifiche, ecc.] e poi vai bella sicura, eh? Con la stessa sicurezza di quando stai davanti a un libro, o ti fottono. 
Ricordi de 2009 - più a mio agio così
Cinismo? No, direi senso pratico. Scelgo un bel rossetto riflettente che trasformi le mie labbra in pseudo-pneumatici rosa acceso e scendo. A piedi. Perché? Perché ci sono almeno 10
/12 gradi, un sole da paura e sento che è meglio presentarsi a piedi, con la modestia della ragazza che ha bisogno di un consiglio. Giro un paio di posti senza segni particolari (tra cui il gommista  che vincerà il mio appalto, ma è un gommista noioso e non ne parlo). Poi arrivo al mitico (che non sceglierò perché costa  troppo - mi ha fatto divertire ma...). Si tratta di un grosso gommista che sta qui sulla circonvallazione, come se fosse una concessionaria gigantesca, bianca e anche pulita, qui e là rigata di gomma nera. Come entro, ci sono quattro gommisti alle prese con SUV elefanteschi e stanno ridacchiando. Non so di cosa, ma come mi vedono si zittiscono, uno si pulisce le mani sul suo sedere, approfittando per una auto-palpatina di controllo (c'è tutto, signore); l'altro va avanti non guardandomi; il terzo si finge al telefono e il quarto, il migliore, balza in quattro e quattr'otto verso il bancone degli attrezzi, si arrampica e gira il calendario di Playboy. Ma dietro alla gattina di dicembre c'è una vamp rossa di novembre, e allora abbatte il calendario sotto uno straccio sporco di grasso.

Poi scende, sospira e torna da me:
"Buongiorno, signorina. Le darei la mano, ma siamo qui dalle 8 a toccare gomme e non vorrei sporcarla. Oddio, meglio gomme che altro...".
Non pareva allusivo. E poi siamo sicuri che sarebbe davvero meglio? Forse per me e non per lui? Mah. Nel dubbio, abbozzo un sorrisino appena appena e gli spiego le mie esigenze con quel tono deciso da auto-marketing che mi ha raccomandato mio papà. E questo:
"Ho gomme per tutte le esigenze. Venga a vedere. O ha paura?".
"Scusi, e di che?" faccio io.
Lui fa un cenno verso il magazzino più scuro, lì dietro: 
"Sa, ci sono solo pile di gomme. Non so come si comportano le donne, gli uomini si esaltano, ma non vorrei che lei pensa (sic) che io la porto (sic) di là per...".
"... per vendermi un treno di gomme?" faccio io, per fermare il viscidone.
"No, no, quello ci sta, ma sa, ci scusi tutti, non siamo abituati a vedere donne da sole qui. Non se ne occupano loro". 
"Non si preoccupi. Se non è un problema, vorrei vedere le gomme e scegliere".
"Ma non ha un amico da mandare? Un vicino, un fidanzato, un marito?" e alza il sopracciglio.
"Cartelli di zona off-limits, non ne vedo" faccio io, ormai inquietata (non era mattina eh...). 
"No, ci manca. E' per lei, è un lavoro pericoloso, poi ci siamo noi uomini che si sa non siamo molto fini e manca addirittura un bagno per le donne".
"Grazie, ma sono qui da 5 minuti. Non ho problemi di incontinenza. Mi dà un po' di prezzi di listino?" cerco di mantenermi calma.
I prezzi sono alti. Poi mi fa un occhiolino e mi dice: 
"Potremmo comunque venirci incontro, perché Lei è una ragazza coraggiosa, è venuta fin qui da sola e questo va apprezzato. Oh, Robè, che prezzo possiamo fare alla signorina?" grida.
"Non lo so. Siamo noi a doverla pagare per averci portato un bel pensiero qui". 

Un "grazie" appena appena, e via. La mano, non gliel'ho data - ovvio! - e anzi mi sono stupita dei miei riflessi nello scappare da tanto... unto testosterone. 

{il vincitore dell'appalto è... il gommista più vicino a casa! Legge di Murphy, cvd, ma come avrei fatto altrimenti ad avere un magnetofono!?}

venerdì 29 novembre 2013

Magnetofono postale/44


Di cotanta speme






Tesi consegnata, e torna il Magnetofono. In questi mesi ha continuato a registrare eh, e stava quasi per finire i GB a disposizione. Magnetofono coi GB? 2.0. 
Ecco che cosa può capitare in una mattinata a Sassari. Avevo un avviso di giacenza in posta che si è infilato tra i volantini della pizza: sapevo che era un libro che avevo bisogno per la tesi - l'ultimo! Insomma, poi s'intitola pure Ultimo tempo e capirete quanto poteva essere profetico... 
Arrivo in posta e scopro di avere davanti a me 25 persone. 25! Bigliettino alla mano, mi appoggio al pilastro e aspetto. Solo che aspettare in coda quando negli ultimi mesi stai lottando contro il tempo per consegnare tutto in tempo, partecipare e vincere alla caccia al tesoro della burocrazia, e ricordarti anche di mangiare e di tirare la catenella del wc..., insomma è una sfida a rischio di attacchi di panico. Per fortuna i miei compagni di attesa promettevano bene, e non mi hanno delusa... 

CARRAMBA, CHE SORPRESA!
Sassari ha una popolazione di 126.576 persone: così dice Wikipedia. Bene, stai pur sicuro, che se ti infili in un ufficio pubblico tutti conoscono tutti e prima o poi sentirai gridare con felicità "Ebbè?", sommo interessamento di due che magari si sono visti il giorno prima ma renderebbero fieri la Carrà. Bene, ieri c'è stato un "ebbè" che ha dato inizio a una conversazione imbarazzante, con conseguenze che neanche Calamity Jane saprebbe scampare. Una ragazza carina si avvicina a una signora sui sessant'anni, la classica impiegata statale che si era appena lamentata con me per la lentezza delle impiegate, non dell'attesa, che era ben disposta a sopportare [lei: "Sono più di due ore che sono qui. Poi al lavoro è un problema, sa, sono statale". Io: "Immagino, avrà molto da fare" (scema io). Lei: "No, io aspetterei anche volentieri, si incontrano un sacco di persone interessanti, ma dopo tre ore di assenza perdo il giorno di lavoro e lo stipendio"]. Insomma, questa ragazza che chiameremo Ricciola per i capelli da afro-sassarese, con passo deciso si avvicina alla StataleModello. Parte una conversazione pericolosa. 
Ricciola: E allora, come sta sua figlia, Ernestina? 
StataleModello: A casa, sta. Ha mal di schiena, non riesce neanche ad alzare una busta con il latte. 
R: Beh, per fortuna c'è Antonio ad aiutarla.
La StataleModello spalanca gli occhi, li fa ruotare che neanche allo Show dei Record vedi una cosa del genere e con un tono squillante, troppo squillante, fa: "E chi è Antonio?". No, non è la pantomima del Chi è Tatiana di Zelig, è una madre che sta iniziando a drizzare le antenne come solo loro sanno fare. Osservo di sottecchi, non mi muovo neanche perché a volte bastano le ali di una farfalla a scatenare un ciclone dall'altra parte (no?). Ma vorrei sillabare alla Ricciola di dire che si è confusa con la sorella gemella di un'omonima, o che ha sbattuto la testa contro la colonnina dei numerini alla Posta e che ha un trauma cranico in corso. Insomma, taci taci taci. Invece, come se fosse la cosa più normale dell'universo, la Ricciola dice: "Eh, sì, il convivente di sua figlia, no? Non lo sapeva?". Adesso, vorrei capire se la Ricciola è una sadica perversa, o se una aspirante suicida che non ha ancora letto il bugiardino dei sonniferi e non sa come fare. Cala il silenzio. Per un attimo mi illudo che la StataleModello cambi argomento o scelga il silenzio, ma abbiamo davanti ancora 16 persone, e sento che c'è tutto il tempo per... "Convivente? E chi è? Non ne so niente". Lo butta lì come se fosse "promozione alla Conad? non ne sapevo niente". La Ricciola non si scompone, tengono tutti i ricci come se avesse una parrucca dei cinesi, e parte: "Eja, è un bel ragazzo, ma non l'ha visto?". L'altra scuote la testa (stilettata dritta al cuore, non capisco se quella bocca rigida rigida trattenga lacrime o bestemmie). "Un bel ragazzo, sì sì, magari glielo dirà presto, in fondo convivono da cinque o sei mesi, non di più. NO, FORSE 7! Perché mi ricordo che eravamo da loro per Pasqua...". Ok, Natale con i tuoi e Pasqua... La bocca di StataleModello si apre: "E... Cosa ha cucinato mia figlia? E lui, oh, lui mangia?". "Iiiiiiiiiiih [assenso sassarese]. Ma non ha pancia eh... Anche perché va sempre a correre al Rizzeddu". "Ah... Bene... A che ora?". Avrei paura. Io a correre non ci vado, ma consiglierei alla vigilanza di fare qualche giro lì intorno, hai visto mai... O magari voleva solo portargli una teglia di melanzane alla sassarese per rifocillare il genero tra un km e l'altro... 
 HOLY FUCKIN' QUEUE!
La Nike non mi paga. Giuro. Neanche in natura (purtroppo)
Sempre di corsa si parla. Ma stavolta riguarda me. Ancora 10 persone davanti. Un'ora minimo di attesa (vi siete mai chiesti se le impiegate delle poste per recuperare le giacenze debbano entrare in un caveau di banca - spariscono dietro i loro armadi per ore). Allora, da un po' di tempo avevo iniziato ad apprezzare le code, perché a volte ti trovi attorno soggetti very good looking che puoi guardare non con insistenza ma di cui puoi contare i punti neri, se ti alleni un po'. Alleni... Ecco, appunto. Adoro gli uomini in tuta quanto quelli in giacca e cravatta. Alcuni uomini sono proprio fatti per vivere in tuta (sono gli stessi che sono nati per vivere anche senza tuta, ma vabbè, questo non è un porno-blog): fianchi stretti, un lato b invidiabile e un lato a pieno di promesse. Pieno. Vabbè, basta (la tesi fa male, quando si consegna trasforma l'autunno più freddo in primavera...). Insomma, questo personaggio mi si affianca col suo metro e ottantacinque da tuta, più o meno com questa sopra (ma aveva un piumino addosso eh, donne, non pensate a torsi nudi in posta, quelle sono immaginazioni da appuntamenti dalla parrucchiera con le amiche). Mi guardava come si guardano i peli nelle orecchie della vecchietta affianco o il prezzo al kg del pane nella borsa del vicino. Insomma, soprammobili io e lui. Poi, invece, fa un passo con i suoi quarant'anni di esperienza e inizia a lamentarsi. La coda autorizza sempre a lamentarsi, si sa. E da cosa nasce cosa (ma non pensate ad accoppiamenti per progenie tra una raccomandata e l'altra): prima si parla del freddo (ma più lo guardo e più mi sembra primavera, una torrida primavera), poi del meteo che peggiora sempre nel weekend (e mi lascio andare a un "ottima occasione per restare a casa sotto le coperte" e subito dopo mi accorgo del lapsus...), poi della necessità di un caffè. Scherza, è simpatico, ha quella manciata di anni di chi ha capito che alle donne piace l'uomo ironico, e quando è pure gnocco hai vinto il totocalcio un abbonamento a Vogue. 
Il mio sconosciuto UomoTuta mi racconta che fa l'insegnante di ginnastica in un liceo di Sassari, e per quello è vestito così. Poi viene il mio turno, mi sposto di mala voglia (sic!) e ritiro il mio Ultimo tempo dopo che l'impiegata mi guarda e mi dice "Eh, signorina, massì, la giacenza gratis, visto che ha dovuto aspettare" (Santo Sassari!). Mentre rimetto via il portafoglio, so che l'UomoTuta sta radiografandomi probabilmente  come fanno gli insegnanti di ginnastica: "coscia corta ma possente: bah, forse salto in lungo o alzatrice a pallavolo; ha una falcata da corsa da resistenza, ma forse è un po' fuori allenamento... Di sicuro non fa sport maschili, questa...". Insomma, gli passo vicino per uscire con il mio ultimo tempo e lo saluto. Lui, subito: "Scusa, posso farti una domanda?". "Certo". L'UomoTuta si china dall'alto del suo metro e ottantacinque (forse per capire se posso fare lancio del peso) e mi dice: "Ma sei un'insegnante di danza?". "Eh????" chiedo stupita, visto che non so fare due passi in croce, vorrei ma non ho mai fatto un corso e la mia istruttrice di zumba mi ha salvata (santa!) dalla sindrome di "impalata". E l'UomoTuta: "è che mi pare di averti già vista. E poi da come ti muovi e cammini, potresti benissimo". 
Bel complimento, lo ringrazio (se mi avesse detto "ma fai la pornodiva? da come ti muovi e cammini, potresti benissimo" in quel momento, visto che mi guardava con gli occhi assassini dell'uomo che non deve chiedere mai, probabilmente avrei ringraziato educatamente) e lo sento che mi dice "è stato un piacere". Rifletto sulla sua frase e ridacchio tra me e me. Gli uomini, penso, e la vecchia stupida scusa del "mi pare di averti già vista", che non è mai vero... La penso così fino alla sera. Quando esco sudata come un cammello dalla lezione di zumba e chi vedo in canottiera striminzitissima e pantaloni della tuta, attaccato a una macchina per i pettorali? L'UomoTuta. Stacca una mano dalla macchina e mi indica, tra lo stupito e il "avevo ragione". Sì, ero io la gallina salterina che sembrava una tarantolata poco prima e che adesso ha la frangia dritta in piedi e le guance da tirolese. 
Morale: i pregiudizi sono sbagliati - gli uomini tuta stanno benissimo anche in canottiera. Ah, no. Galeotta la palestra. No, nemmeno quello. Ah, sì, volevo dire che a volte la coda in posta... Neanche. Sì, volevo dire che il "mi pare di averti già vista" non è una balla. Trust men (quando ti conviene).  

mercoledì 2 ottobre 2013

Magnetofono cittadino/42

Anche il cielo si rannuvola, dopo certe scoperte
#Sassari

Ci sono magnetofoni che nascono in giornate storte, ma così storte, che se non la prendi sul ridere probabilmente ti trasformeresti in Hannibal Lecter. Oggi torno a casa dall'università, penso di mangiare (finalmente) e mi trovo la casa invasa da quei simpatici cilindretti di gommina colorata che coprono i fili di rame elettrici. Caro elettricista, ci siamo già salutati (anzi, alla sassarese: già ci siamo salutati), e non c'è bisogno che mi lasci messaggi d'amore curvando a forma di cuore i resti del tuo lavoro, o che mi regali nuovi bastoncini per giocare a shangai (si torcono che è un piacere), o che mi mostri tutti i colori primari per ricordarmeli in questo periodo di basso fosforo (leggi: dottorato alla fine). Li guardo, attorno una vernice messa giù sulla mia tovaglia verde preferita (sic) che sembra un quadro puntinista; allora provo a scuoterla sui fiori del simpatico fumatore incallito e incazzoso del piano di sotto (prima o poi dovrò "magnetofonarlo"), ma i puntini restano lì: belli bianchi, niente da fare. Mentre il mio umore giocava a ping pong più delle uova sode sparate nel padellino, meditavo sul fatto di essere a casa mia, eppure di avere così tanti coinquilini in questo periodo.

Studio vie di fuga...
Avevamo iniziato con i muratori, gli splendidi. Beh, con loro non si scherza, perché per trovare un contatto, mi hanno chiesto - a me, che ho lottato per non avere il debito in matematica il primo anno di liceo! - di calcolare (e come?) l'angolo in cui dovevano piegare il trapano con punta da 45 per arrivare in un buchino della presa di corrente. Allora, già dirlo è difficile, figuratevi a farlo! La punta doveva entrare alla cieca da un muro all'altro, obliquamente, senza sfiorare stipiti, citofoni ecc. ecc. Risultato? Per farla breve, i futuri inquilini dell'altra metà appartamento, quando sono venuti a firmare il contratto, mi hanno avvistata attraverso il muro mentre mangiavo caffellatte e cereali, con un pigiama della Biagiotti dei tempi anti crisi. Ecco, uno di quei pigiami che dovrebbero vedere in pochi e ben selezionati. Lei si è presentata così, per modo di dire; lui ha avventurato la mano nella frattura del muro per stringermi la mano. #iniziamobene

Ma il bello è stato questo pomeriggio, al ritorno dell'elettricista. Lo adoravo già. Mentre lui e il mio padrone di casa trafficavano per separare gli alberi elettrici (uno gridando "ajò, guarda lì o là" e l'altro "ssssssh, che sta studiando", ma gridava più forte ancora), parte una chiamata. Rispondo: un collega. Cinque minuti dopo, parte un urlo via l'altro, e non capisco se tra loro o se con qualcun'altro:
"Buffoneeee!" - "Buffone tu, maiale!" - "Guarda, non si vuol visto..." - "Andassi a Alcatrazzo pure tu?".
Come riaggancio, un po' timorosa della scena che avrei trovato. Nulla di preoccupante: il mio padrone e l'elettricista hanno preso a voci il vicino del piano di sotto dal balcone, perché avevano iniziato una PACATA conversazione su Berlusconi (indovinate chi pro e chi contro? Per la privacy non posso aggiungere niente).

LA  CHICCA  ARRIVA  SEMPRE  DOPO
Eh... Ma dovevo capire che Alcatrazzo faceva rima con qualcos'altro... A lavori terminati (per ora, temo), il mio padrone di casa, visibilmente alterato dal logorroico elettricista (che si fa pagare anche per i minuti di battute), gli ordina, con un tono imperativo da "mio signore del male": "Ajò, ti sposti e mi fai scopare?". Le battute si sono sprecate, ma soprattutto l'elettricista ha deciso di darci una lezione di etimologia erotica - che riporto fedelmente {le interazioni sono del mio padrone di casa}:


- Allora, ma lo sapete perché si dice "scopare" anche in quel senso là?
[a parte teatrale del mio padrone di casa: lo sapevo che non lo devo portare qua - alzando gli occhi al cielo]
- Si dice perché (oh, l'ho sentito in radio, eh, quindi è vero) bisogna tornare ai tempi delle streghe. Verso il 1700, per in tenderci, ai tempi della guerra dei Cent'anni, no? Allora, lì c'erano queste streghe...
- E le bruciavano...
No, vi prego, non toccatemi il DIDò
- Ma no, fammi parlare. Le streghe di solito non avevano mariti, perché erano streghe, no? E allora per fare le cose loro c'era chi faceva gli intrugli, e c'era chi si arrangiava... Con cosa? Usavano le scope, no, i bastoni delle scope... Adesso ci sono i ... come si dice... i didò, no? Si dice così? [ammiccando al mio padrone di casa]
- Ah, non lo so, io sono per le vecchie maniere: se è la sera che va bene, bene; altrimenti, pazienza.
- Ma no, non hai capito! Insomma si arrangiavano, per l'autoerotismo con i bastoni delle scope! Poi non ho capito però perché non si dice "bastonare" anziché "scopare"...
- Sarà perché bastonare si fa solo in piedi; e scopare... abbbboh!
- Naaaaaaaa.... bastoni anche a letto se capita...
Silenzio.
- Ma le bruciavano per quello?
- Si vede...

Voi capite che io dovevo starmene zitta, zittissima, per non interrompere questi collegamenti sinaptici pericolosissimi?! Per fortuna, l'elettricista non ha fatto la stessa cosa con i fili di rame, visto che il salvavita non è scattato e non ho ancora la messa in piega di una cagnetta barboncina. Che poi, ora che ci penso, farò meglio a non parlare di cagnetta, prima che mi brucino...

mercoledì 11 settembre 2013

Magnetofono cittadino/41

Sorriso ancora ignaro #duomo, controra
 2 settembre 2013, Milano-Pavia.
Ma poi, soprattutto Pavia Stazione - Pavia Montebolone, linea 3, h. 16.40 su per giù

Ho aspettato a pubblicare questo magnetofono, perché questa storia ha dell'incredibile (e poi perché ho una reputazione ---> anche se non ho colpa, potrei lasciarmi andare a un lessico non tanto consono...). Alla fine i pochi che hanno saputo, hanno riso per qualche minuto, quindi... mi sono detta: fregatene.

Insomma, qui si parlerà di una proposta oscena... o di una proposta o scena.
All'inizio volevo intitolare il post "Galeotto Coe"... Ma poi ho pensato che non avevo voglia di querele per uso/abuso, soprattutto visto l'argomento... Invece, così, vi dico che sto ascoltando Please, don't let me be misunderstood e vi consiglio di mettere anche voi questo successone per la prossima lettura.
Io, Coe, la bavina da autografo, il book degli autografi

Autobus cittadino. Salgo dopo aver sperimentato i soliti incontri del quarto tipo con i pinguini sull'unico vagone Trenitalia con aria condizionata e l'arsura sahariana in metro a Milano. Con me sale questo trentenne di bella presenza, giacca-cravatta-sogno erotico (scusate, per me sono un tutt'uno), ventiquattrore (proprio ventiquattro? non ne avresti una per un aperitivo?) e sembra attirato quanto me da un bel discorsetto che avviano due over-70 sedute di fianco a noi, che restiamo appesi ai soliti tubi da lap-dance dei poveri.

PARENTESI AMENA CHE AMMOSCIA (ho detto che è il racconto di una proposta oscena, mica un racconto osceno! Per quello chiama il... mmm....facciamo un'altra volta [dopo la fine della borsa di studio]).
Vecchietta 1: Guardi che roba, neh, ha visto? Quanti ragazzi con le valigie... E c'è chi si lamenta, ma cosa possono fare? Non le possono mettere in testa...
Vecchietta 2: Eh, cara la mia signora XXXX [scusate, copro per privacy, temo le borsettate], ha ragione. Ma cosa faranno poi, al 2 di settembre? Tutti in vacanza?
V1: Ma no, sono qui per recuperare i debiti di scuola [nota a margine: età media dei ragazzi valigiati: 25 anni... Hai visto mai, qualche affezionato al 4?!]
V2: Che io non capisco mica, cosa sperano di fare, non studiano per nove mesi, e poi arrivano qui...
V1: Dipende, mia nipote, per esempio, è bravissima, tutti 8 e 9, tranne in matematica. E la sua insegnante era così dispiaciuta...

Ok, può bastare per capire che era facile intrecciare gli sguardi, sorridersi e dare la colpa di tutto alle vecchie omnisapienti e che giocano a jo-jo con le figuracce. Invece, WCH (Working Class Hero, lo chiamo così per ammosciarmi un po' anche io) si avvicina per far posto ad altri loschi figuri valigiati, e si fa sempre più vicino. Di fermata in fermata, inizio ad apprezzare le vicinanze moleste, le invasioni di bolle prossemiche e anche la città vista dai finestrini sporchi ha un suo romanticismo. A un certo punto, WCH è alle mie spalle, e mantiene quei cm (di distanza!) utili per non farsi prendere a borsettate da me e dalle vecchie. Poi arriviamo in Viale Montegrappa, la sua fermata e appena prima che si fermi il bus, si avvicina al mio orecchio (io non me ne accorgo, tanto ero ipnotizzata dal via vai di alberi e intontita dalle sagge passeggere), e sussurra, con tono deciso, da uomo che non deve chiedere mai ........ coprite le orecchie ai bambini se leggete ad alta voce, o gli occhi a quelli più o meno alfabetizzati (tranquilli, tra qualche anno disimpareranno).... insomma, mi dice: "Se hai bisogno di cazzo, sono qui".
Jude Law (dal web, magari l'avessi fotografato io)
... e se tutte le leggi fossero così, mi farei studiosa
perfino dei cavilli...
Giuro, così, su due piedi. Io sussulto, credo di aver capito male e intanto il bus frena, lui inizia a scendere con un sorriso come Jude Law alla fine di Alfie (solo il sorriso, per il resto è un aitante moraccione), e mi guarda di sottecchi, ora sì ora no, con quell'intermittenza che dà il tempo di guardarlo da tutti i lati possibili. "Scherzi?" faccio io, la saliva a mezzaria, non riuscivo a deglutire, o forse era solo un primordiale segno di apprezzamento. E lui, sempre con quel sorriso che "smutanda" (cito dal lessico familiare di casa, mamma docet, la parola, intendo), risponde "No", ma sulla forma a O vogliosissima che assumono le sue labbra da pubblicità di creme contro le afte, le porte si richiudono, e il bus riparte. Lo guardo camminare con le mani nelle tasche, il completo chiaro stropicciato appena, per la serie: un sorriso per stirartelo, due per stropicciartelo meglio...
Resto appesa al tubo da lapdance, che mai m'è parso tanto nero e triste, e anche i discorsi delle anziane adoratrici della Dea Scuola sono pallidi, al contrario delle mie guance. Poi arrivo al capolinea, scendo dalla mia amica Ro, e parto subito a chiederle: "Hai un estintore?" - "Cosa è successo?", fa lei. - "Devo spegnere i bollenti spiriti". Di WCH o miei, chissà. Ho una reputazione da difendere, in fondo. Molto in fondo.

Tutto vero, giurin giurella. Presto però il magnetofono del rientro in Sardegna di ieri.

lunedì 5 agosto 2013

Magnetofono spiaggiato/38


#Portoferro rules!!!
Ogni estate riserva un po' di sorprese. Perché quando si va al mare, si abbandonano tante di quelle tensioni... Eppure noi italiani, dobbiamo ammetterlo, non riusciamo a goderci la pace della vacanza in silenzio. No, anche se non abbiamo niente da dire, dobbiamo parlare. E tra le tante stron... stramberie, regaliamo un sacco di magnetofoni ai nostri vicini di ombrellone. 


#PORTOFERRO - PREGIUDIZI RAZZIALI Una coppietta di bergamaschi di bell'aspetto e bell'accento (marcato, intendo, mica bello), si allontana dal gruppo degli amici con fare circospetto. Penso che vogliano approfittare del richiamo della foresta-bosco di macchia mediterranea per quel che si può fare in coppia... La pipì e la vedetta, intendo. Insomma, invece si fermano prima, sembrano ripensarci perché lei tra le mani ha qualcosa di arrotolato. Non è carta igienica, ma un'enigmistica. E pensano bene di acquattarsi sulla sabbia (sì, quella sabbia che solo a guardarla ti si infila ovunque, ma loro sono abituati ai massi delle Orobie, che non si infilano tanto facilmente... oddio, mi maledico da sola per l'immagine). Parte la caccia alle risposte, tra definizioni che fanno pensare a una enigmistica per minorati. Arriva la domanda fatidica - non di matrimonio: 
"Il re dalle lunghe orecchie..." fa lui.
Lei: "Mi pare di saperlo...".
"Ma si studia nei libri?".
"Per me non è italiano".
"Perché?".
"Gli irlandesi hanno di più le orecchie a sventola!". [ma chi ha visto?]
"Allora siamo messi bene, non so niente della storia irlandese, se non che bevevano tante birre".
Olè... 
#VillaggioNurra, nel sassarese
#STINTINO - VOYEUR SU WHATSAPP
#Stintino. A volte ritornano.
Per la teoria "capitano tutte a me", sono felice di avere due amiche come testimoni. Insomma, siamo lì a prendere il sole nel nostro metroquadro di spiaggia, conquistato a suon di gomitate, quando arriva questo ragazzo dall'aspetto non comune (va come ho alzato il registro?!), anzi che attira proprio l'attenzione. Non chiedetemi come abbiamo attaccato bottone; fatto sta che in dieci minuti scopriamo che fa lo steward per Meridiana e casualmente questa settimana ha tratta breve, per la precisione Milano-Alghero. E sta lì con gli amici a Stintino per ammazzare il tempo. Bell'ammazzare. Tempo altri dieci minuti e parte una gara con i suoi amici che, molto gentilmente, se la sono svignata a pranzo, lasciandolo solo a curare le borse. Per beffa, hanno iniziato a mandargli su whatsapp foto di pietanze e altre delicatessen. Insomma, abbiamo fatto partire una serie di foto di gente che fa il dito medio - la scusa, intanto, era buona per abbracciare un po' il bronzo di Riace. Iniziamo a coinvolgere duemila persone della spiaggia (non sempre con esito positivo), fino alla decisione di fare una foto con il senegalese che vende occhiali da sole tamarrissimi. A questo punto, il bello steward mi dà il suo iPhone per fargli una foto in posa plastica con il senegalese e un dito medio in primo piano. Sono lì che sto quasi commuovendomi per avere ancora un iPhone tra le mie mani (non sai perché?), quando clicco sul display per mettere a fuoco e... tadà... per una frazione di secondo mi si apre Whatsapp, dove stavano arrivando a cascata messaggi di questo tenore: 
"Smettila di fare il bono con quelle tre" - parlava di noi? - "Lo sai che quando ti ho sotto mano, non ti faccio neanche arrivare in camera da letto. Ti butto sul tavolo e ti scopo tre ore".
In questi casi, ringrazio di aver avuto per un po' un iPhone, di sapere come uscire dall'app e riaprire la macchina fotografica. Intanto la posa plastica stava per diventare una paresi, ma foto scattata, mentre un'altra cascata di messaggi trillava su Whatsapp. Ringrazio anche di aver saputo dissimulare per il resto della giornata il pensiero di quegli addominali appena appena curvati sul tavolo... A questo è servito molto l'insegnamento ipercattolico di nonna che, quando a tre anni volevo una caramella in chiesa, mi diceva: "Se ti viene da ridere o da fare cattivi pensieri, guarda il tabernacolo: Gesù ti sta osservando da lì". Giuro, funziona ancora. Chi mi prenota una seduta di terapia?

lunedì 8 luglio 2013

Magnetofono viaggiante/33

Autoscatto pre-partenza, AHO
1 LUGLIO 2013
Andata: Alitalia AHO - FCO h. 11.10
Ritorno: Alitalia FCO - AHO h. 21.25 (teoricamente; aggiungi 40 minuti accademici)



Ogni viaggio è un Magnetofono, ormai ne sono quasi certa. Attiro io le stranezze, o loro attirano me? Mistero. In ogni caso, stavo andando a Roma per una cosa importante, un'intervista a una scrittrice definita "la scrittrice inglese più famosa dopo Orwell", e insomma avevo addosso la giusta tensione.
Per fortuna, le scoperte non finiscono mai:

  • Ho scoperto che si può fare tanta coda in aeroporto anche quando i posti sono pre-assegnati; 
  • Ho scoperto che i vestiti Desigual si prestano ottimamente per essere messi al rovescio. Nella mia sindrome da altruista-non-richiesta e dall'assunto "meglio una figura di m con una persona che con un milione", mi sono avvicinata e ho detto alla ragazza: "Mi scusi, glielo dico solo perché a me farebbe piacere essere avvertita... Ha il vestito al contrario". Mi aspettavo rossore, vergogna, magari un "ma fatti i cazzi tuoi", e invece la signorina ha controllato e mi ha detto: "Oh, grazie, non ho avuto tanto tempo per rivestirmi". Per RI-vestirmi?!?!? Ogni aeroporto ha i giusti angoli segreti. Anche il personale ha amanti in ogni (aero)porto. 
  • Ho scoperto che si possono dividere allegramente i salatini di Alitalia, perché con la crisi la dimenticanza di dare un pacchetto a testa è la regola.
  • Ho scoperto che una chiacchierata piacevole può distrarre da una controvirata in extremis a Fiumicino per evitare di finire così
Io, gli euro non li butto mai, ma torno sempre
E poi, a Roma ho scoperto i superpoteri di donna in abito lungo e tacchi:
  • Puoi scavalcare una coda di 30 gitanti austriaci con zaino da 20 kg sulle spalle per prendere la navetta FCO-Termini. 
  • In gelateria davanti alla Fontana di Trevi, sarai servita prima dei turisti stranieri, con la scusa che "aho, almeno te si capisce che vvòi magnà".
  • Se finisci per caso in un set (televisivo? cinematografico?) non ti strattonano per spostarti, ma ti chiedono se vuoi partecipare. Seguito: "No grazie, sto mangiando un gelato". - "Se lo mangi così, puoi anche avere un primo piano". Conseguenza: sapere che se ti ostini a mangiare un cono con gusto, sarai subito scritturata per un film porno [e in tempi di crisi potrei sempre riprendere una vecchia canzone dai fini finissimi doppisensi - se ha venduto lui... magari la facciamo rap, che tira di più di questi tempi].
  • Se entri in un cinque stelle esclusivissimo, reggi senza problemi lo sguardo del receptionist, del facchino e anche tutto sommato del liftman _ gli addetti SPA forse no, ma è un percorso a ostacoli, ché col tacco 12 si migliora.
  • Puoi guardare spudoratamente la Nazionale di palla-qualcosa riunita a Fiumicino da sotto in su, sfruttando la frangia ciuffosa da non-so-che-guardo. 
  • Ottieni uno sconto sul parcheggio della tua macchina in aeroporto ("Che? è andata e tornata in giornata su Roma? Tschèss [esclamazione tipica], allora 4 €"). 
Non chiedetemi l'età dell'hostess. #stancadivivere
Ancora da affinare:
  • Non riesci a incontrare neanche uno dei cinque amici romani che, vedendoti registrata a Fiumicino, ti buttano lì un caffé.
  • Il volo in ritardo continua a essere in ritardo (caro Alitalia, hai capito che non sei Trenitalia? Va bene l'affetto per le compagnie di bandiera, ma non siate intercambiabili).
  • La hostess continua a sembrare centenaria; lo steward parla a singhiozzi.
  • Continuano a servirti il tè e a tornare per riprendere la spazzatura in 30 secondi (hanno, secondo voi, un'assicurazione per ustioni ugulari?).
  • Tu guardi la Nazionale e la Nazionale non guarda te.
  • Mal di piedi indomito. 
  • La vicina di posto al ritorno continua a essere una fanatica di Candy Crush Saga, che non riesce nemmeno ad aspettare che si spenga il segnale luminoso delle cinture per riaccendere l'iPhone (senza levare i suoni, ovvio, ché sono metà del piacere). 
  • Non hai spuntato un numero di telefono a cui avresti pure tenuto. 
  • La casa, al ritorno, è ancora e sempre da pulire. 
  • IlMagnetofono non si è scritto da solo, ma è toccato aspettare una settimana per trovare un momento libero.
Echi

domenica 14 ottobre 2012

Magnetofono viaggiante/29

Intercity 662 Pavia-MiCentrale 10.25-10.50
Orio transfert delle 11.45
Volo BG-AHO h.14.40-16.05

Ricominciare
Sapevo da subito che sarebbe stato un errore l'intercity per milano. No, non parlo dei 7.50€ per la tratta, che neanche una Bugatti brucia tanto, ma per la costrizione nei soliti bugigattoli a 6 dove sempre, e dico sempre, qualcuno pesta i piedi, qualcuno telefona e qualcuno puzza. Stamattina alle costanti di cui sopra si aggiunge una novità: la conversazione sociologico-ambientale su una massa d'acqua non bene identificata di un marrone rossiccio non bene identificato in una cisterna non bene identificata. Si sa che l'uomo è un animale curioso e votato alla sete di conoscenza, ma troppo poco incline al "so di non sapere", dopo un tale greco (di cui tra l'altro non è certa l'esistenza e che, in ogni caso, ha fatto una brutta fine). Insomma, davanti a tanti "non identificati" parte lo spirito da CSI. Marito e moglie, dall'aria di manager abbastanza importanti da permettersi di arrivare a Milano alle 11 di lunedì mattina:
Lei: Chissà che cos'è... Ma secondo te ha a che fare con l'acquedotto?
Lui: va bene tutto, ma figurati, dai!
Lei: è che ci sarà qualcosa di fuso dentro... Magari sono fanghi per le cure di bellezza...
Lui: migliaia di litri???
Lei: beh, se distribuiscono in tante beauty farm...
Lui: secondo me è un depuratore e quella è... Hai capito...
Lei, delusa: no, adesso faccio una foto, la posto pubblica su Facebook e chiedo cos'è! Scommettiamo che qualcuno lo sa?!

Mantenendo la nostra costante ignoranza, arriviamo finalmente a Milano Centrale e posso andare a prendere il bus per Orio. Siedo pregustando un po' di Skunk Anansie e il panino al salame di mamma, quando un gruppo di liceali mi attornia. Sono indecisa se spostarmi o sfoderare i miei occhiali da prof dalle proprietà migliori dell'aglio per i cullen, quando l'inizio di una conversazione mi convince a restare ferma e immobile da pianta finta, per origliare meglio... Nota a margine: sono tre ragazzine di 15-16 anni.
Prima, con l'aria di sufficienza si chi la sa lunga: io glielo avevo detto che in acqua non si può fare...
Seconda: no? E perché?
Terza: ma sì, l'abbiamo studiato, qualcosa di fisica...
Seconda, ridacchiando: la spinta di Archimede? Uahahah, anche se forse...
Prima: non scherzare, guarda che lui ci ha provato in tutti i modi, ma non c'era verso...
Seconda: vabbè, chiaro, entra l'acqua, mica può entrare anche lui...
Terza: bella ciulata i film allora, sono sempre in queste vasche giganti...
Prima: ma fa passare pure la voglia, troppa fatica e poi mi sbucciavo le ginocchia...
Seconda: ma hai tolto il tappetino antiscivolo dal fondo?
Silenzio e lieve rossore.
Seconda: ahah più che pensare alle tue ginocchia pensa alle sue chiappe!!!!

Dite che il massimo volume dell'mp3 riesce a sconfiggere simili perle erotiche? Perché il rischio, poi, è di scrivere un nuovo capitolo di 50sbavature...

Contraddizioni in termini #AlgheroFertilia
Chicca finale di una coppia Sandra-Raimondo che ha condiviso il passaggio a Sassari da Fertilia.
Raimondo: abitiamo in zona del museo Sanna, ha presente? Con questo non voglio dire di aver sposato una cariatide...
Come non amare l'ironia tra sposini da 40 anni insieme? E fanno pilates 3 volte a settimana, uno di fronte all'altra. Non aggiungo altro, o anche il mio cinismo si commuove.

sabato 1 settembre 2012

Magnetofono viaggiante/24

Il potente mezzo

Volo Ryanair Orio Al Serio - Alghero
31 agosto, h. 19.25

Quasi tutti i Ryanair hanno ritardo: "L'Ibiza partirà a ora indeterminata: si invitano i viaggiatori [né cortesi né gentili] ad avvicinarsi al bancone degli imbarchi col voucher per ricevere un buono pasto":
1- meglio un "buon pasto"
2- date le lowest fares di Ryanair l'ipotesi 1 diventa utopia;
3- sarà una strategia provata e riprovata per mettere a tacere le lamentele (o per far strozzare i più animosi col famoso rospo in gola).

Comunque, il mio Alghero ha solo 10 minuti di ritardo, passati cheek-to-cheek con la squadra di pallanuoto di Milano in trasferta per una partita a Capo Caccia. Do dei polentoni ai più simpatici e non faccio che socializzare coi loro 2m e 90kg di muscoli. Penso di aver trovato l'America ma una pioggia torrenziale ci separa lungo il tragitto a piedi per salire a bordo. Proprio così: usano sempre 'sti pullman quando vorresti sentire la brezza primaverile salire dall'asfalto della pista e con la pioggia battente no?!? Già pregustavo il guizzare dei muscoli di quelle braccia attorno alle maniglie del pullman... Pazienza, mentre mi attorciglio la sciarpa di seta attorno alla testa (tenendo ostinatamente gli occhiali da sole per sembrare una diva anni '50), scopro che il mio trench pagato una follia becera (erano i tempi in cui vivevo di mance, non sapevo che fatica per guadagnare!) non è impermeabile.
Raffreddata in qualunque bollente spirito, diventata ormai testimonial dei capelli effetto seta-bagnata, mi siedo in zona pallanuoto, ma vicina al finestrino, perché già sogno di vedere il tenero 737 che buca il temporale. Almeno un tramonto!

"È libero?".
"Sì, prego".
Dovevo dire di no, che il mio amico invisibile occupa due posti perché è americano e vive di Burger King, o inventare una qualunque patologia cronica da asfissia... Invece, il viaggiatore con pantaloni mimetici e tshirt a righe blu mi sceglie come scaccia pensieri e racconta che:
- fa l'idraulico a Milano e adesso che stanno tornando tutti lui si prende le ferie. Lui è rimasto (medaglia al valore?) quando tutti i colleghi lasciavano poveri lavandini a perdere e mogli sole (?);
- ha la casa a Stintino da vent'anni, là bellissimo ma non c'è niente da fare. , i locali sono pochi e c'è sempre da far km. Meglio chiudersi in casa e trombare, che poi, si sa, il mare concilia;
- butta là se non vado mai a Stintino di sera e io casco a chiedere perché dovrei, visto che ci sono due bar in croce. Lo sguardo da mandrillo mi suggerisce di cambiare argomento al volo.

La conversazione viene interrotta da uno Strap-Strap poderoso dal sedile davanti, seguito da un commento di madre orgogliosa:
"Ma amore, ma quanta ne hai fatta!".
Io e l'idraulico ci scambiamo un'occhiata di disgusto allibito e invochiamo l'arrivo di una hostess incazzosa, magari dell'Est, meglio se con uno dei salamini che vendono a bordo, ottimo se usato come bacchetta punitiva. Invece, attirate dalla puzza, arrivano due inglesine che rammentano (sic! Hanno imparato da TrenItalia) che i bagni hanno il fasciatoio. La madre le lascia passare e ricomincia la sacra pulitura, per poi tendere alle hostess pannolino e salviettine un po' meno fresh e molto meno clean.

Davanti a tanto, l'idraulico prova a buttare lì di offrirmi una cena, o almeno un passaggio a Sassari (giusto quella 50ina di km di deviazione!), tanto guida suo padre (pure?!). Mi invento un gatto geloso e un fidanzato da sfamare, con chiara confusione ma non capisce e sono salva. O quasi: aspettiamo di vedere l'atterraggio!
Ricordi di #Bosa più che motivanti
Finalmente, traballanti e puzzolenti, arriviamo in semi picchiata per rispettare il primato ryanair dei voli in orario. Cosí rimestata, saluto l'idraulico e ricevo i miei 10kg di bagaglio a mano dalle possenti braccia del nuotatore. Si scende: i ragazzi hanno fame, mi chiedono un buon ristorante di pesce ad Alghero. Mabrouk, senza dubbio. Buttano lì qualche ottima scusa perché li accompagni e sto per accettare quando vedo il mio autista già lì per riportarmi in città... Sfumano davanti ai miei occhi i sogni di aragosta alla catalana lanciata da un giocatore all'altro. Li saluto e salgo tristemente sul pulmino; lascio che (non so come) il mio autista parli di grappini bevuti al freddo delle piste trentine, di come scende che è un piacere con -27 gradi, del sapore e degli effetti benefici su corpo e spirito. Mi butta lì un'offerta di filuferro per festeggiare il mio rientro.
Cielo bigio, maestrale, volo sofferto, un'ottima lasciata-persa?! Filuferro, e che anneghi anche l'inconscio.

(back to Sardinian House - or Home?)

lunedì 6 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/13

Complimenti tragicomici degli ultimi giorni di giugno 
(tragitto Messina - Reggio Calabria - Pisa - La Spezia - Genova)

"Certo che sei anche simpatica, non l'avrei detto"(anche? Non l'avrei detto?)- 

io:"ogni tanto vorrei essere stupida stupida ma bella bella"."Su uno dei due non ho assolutamente dubbi".-

"Io e te si potrebbe vivere insieme, non vedi? Ti trucchi in 5min! Non sembri neanche una donna".-

"Quasi 27 anni? Giuro, te ne davo 22-23. Allora ci provo con quelle là, a te non la do a bere"-

"Sei una donna completa! Possiamo FARCI da amici?". 


E insomma: sventata mano nella borsa, sventata mano sul sedere.
Reggio Calabria dal porto di Messina

domenica 5 agosto 2012

Magnetofono spiaggiato/11

Placido (?) scambio di vedute tra due innamoratini alla Peynet. 
Lui: "Ti voglio ma il problema è che non so stare né con te né senza di te". 
Lei:"Cioè vuoi scopare con altre?". 
Lui:"Come sei... Parlo di indipendenza, della mia libertà...". 
"...di scopare con le altre?". 
Silenzio. 
Lei:"Vedi, avevo ragione, che problema c'è! Neanche bisogno di dirlo. Stai tranquillo, noi donne lo sappiamo già con quelli come te, e prendiamo i nostri provvedimenti. Anzi, pure in anticipo". 
Lui ci resta anche male. 
Coppie moderne: sperimentano la tabellina del due.

Spiaggia di Portoferro (Alghero)

GMG on the beach!

venerdì 3 agosto 2012

Magnetofono spiaggiato/9

DATING TIME

Due ragazzètte dall'aria pulitina impiegano le ore di sole a programmare il loro rientro. 
La prima: "Allora, stasera ultima sera con Gavino: dice che mi vuole rivedere, ma la Sardegna sta in culo ai lupi... Comunque domani si rientra, domani sera di sicuro a Linate viene a prendermi Pietro, non lo vedo da un mese quasi... Ma dovrò evitare che mi chiami Stefano: non capisco cosa vuole questo! Lo vedo quando l'azienda mi manda in trasferta a Roma, punto e stop". 
La seconda, riflettendo: "Più che triangolo delle Bermuda, è il triangolo delle culottes!".

PortoFerro, 4 agosto 2012


lunedì 30 luglio 2012

Magnetofono spiaggiato/5

PREGNANT?

Due agitate fanciulle girano tra le mani un test di gravidanza (in spiaggia!) e decidono di guardare le istruzioni. Quasi subito, decidono di andare all'elenco nudo e crudo, per non perdere tempo. Con fare cameratesco, partono con una lettura ad alta voce, ma qualcosa le blocca. La parola "minzione". Strabuzzano gli occhi e guardano attorno, convinte di trovare forse un e
sempio illuminante lì intorno (analizzassero quelle correnti così piacevolmente calde dove hanno fatto or ora il bagno...): niente. 

Una fa all'altra:

"Ci sarà un errore, dai, dicevano minchione. Perché per farsi mettere incinta alla tua età... Te ne fossi fatta uno, capirei, ma dopo tutti quelli che ti sei ripassata anche solo quest'anno"...
Lo so: non ho mai capito la statistica.

(Spiaggia delle Bombarde, Alghero)