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lunedì 26 agosto 2013

Magnetofono amicale/40

Delirio quotidiano

Mi hanno insegnato a ringraziare sempre per i regali. Anche per quelli orrendi, doppi, inutili, indesiderati, non riciclabili. Quando impari queste cose prima ancora di camminare, è difficile poi riprendersi. Perché l'istinto è sempre quello di dire grazie, sorridere e ripetere il solito rassicurante teatrino. Di solito funziona, anche per magliette fluo di taglie abnormi o completi intimi da mignottina (perché sono due taglie in meno...). Anche se mi viene da chiedermi: ma queste persone mi amano?, sorrido e anche le otturazioni degli ultimi sorridono, perché alla fine mi hanno sempre insegnato a trovare giustificazioni e vedere ovunque la buona fede (lo so, era un Heidi II).
Su una cosa proprio non riesco a sprecare sorrisi, perché mi scatta il baffo destro e trema incredulo: i libri. Io vi prego, se non avete consultato la lista dei desideri di Amazon o non avete chiesto alla sottoscritta (vale anche se mi avete vista sbavare su una copertina in libreria), vi prego, vi prego vi prego, evitate di regalarmi libri. Perché il rischio è alto: è come se a un meccanico regalassero le  chiavi comprate alla Lidl, o se a un pasticciere comprassero la crema pronta Cameo. 
Perché i rischi sono altissimi, e non sapete come reagirò: più di una volta mi è capitato di dire "grazie, avevo bisogno di rilassarmi con una cagata pazzesca!", e non è cortese. Anche se va detto che una "cagata pazzesca" ha le sue peculiari proprietà di relax...
E poi sono una donna, donnissima nell'appassionarsi alla vista di vestiti, borse, scarpe (un po' di meno), gioielli, viaggi... Insomma, non mi pare di fare la difficile?!

Ho la faccia di chi vuole un libro?
Ho pensato - visto che per qualche giorno non viaggerò - di raccontarvi qualche episodio di libro regalato alla sottoscritta, soprattutto perché le motivazioni del regalo sono le cose più divertenti (o urticanti). Pronti? Via!!!

Un mio ex mi aveva regalato una sconosciutissima raccolta di massime di un altrettanto sconosciuto pensatore indiano, che aveva su per giù un titolo zen dall'impressionante ricerca di sé stessi ecc. ecc. Motivazione?
"L'ho letto anche io, e magari servirà anche a te per scoprire il percorso più nascosto della tua vita e trovare il coraggio per viaggi lontano".
Tenendo presente che il Pavia-Milano è stato il massimo del suo coraggioso viaggio di vita, ho pensato bene di portare il libro al Libraccio, ma non prima di essermi fatta togliere il malocchio.

Sempre un mio ex, molto incuriosito dal fatto che io leggessi le Cinquanta sfumature con l'obiettivo (coraggioso, questo sì), di trovarci una ratio, mi ha chiesto se poteva regalarmi i libri successivi. No. Motivo?
"Ma esistono davvero donne così? Se ne leggi ancora un po', ci sta che lo diventi pure tu".
Io dico: ma la notte, con chi dormi? Mistero.

Ringrazio sempre per i classici, anche i doppioni: li rivendo benissimo. E poi, per chi non lo sapesse, sono una collezionista di prime edizioni novecentesche. Da un lato, lo so, è quel che mi consente il mio portafoglio mezzo vuoto (c'è una nota di pessimismo, lo so già), ma dall'altro è il secolo che studio, bla bla. Con questo, non vuol dire che ogni singolo volume tirato fuori da un baule muffo di una trisavola Cunegonda mi provochi felicità orgasmiche. Quindi, nel dubbio, evitate.

Concludendo, potete regalarmi guide pratiche (come hanno fatto le amiche, alla mia partenza per le lande desolate della vita indipendente con un "100 ricette facili e veloci per chi non ha mai cucinato") e turistiche (anche qualche Kamasutra applicato?), meglio se con annesso biglietto di andata e ritorno [o al massimo di andata]. Per il resto, per piacere, regalatemi un vestito, un gioiello, una bottiglia di vino, un cin-cin, un sorriso.  Sorriso di risposta assicurato.





venerdì 16 agosto 2013

Magnetofono familiare/39

Pianura Padana agostana, qui e là verso Pavia


Avete fatto buon Ferragosto? Mare, monti o...? Io casa, con i parenti. E ho pensato di regalarvi qualche tessera di saggezza in dialetto pavese, che proporrò in traduzione appena sotto per i non-padani. Non posso specificare la fonte per il rispetto ferreo della privacy, perché ha ancora abbastanza forza da sollevare un bel mattarello. Vi basti che è un "ipsa dixit" ultra ottantenne. E dunque bisogna fidarsi, parla l'esperienza. 

IN CAFFE' VERITAS
In risposta alla lamentela di una componente della famiglia, in cerca di aitanti e virili esponenti dell'altro sesso: 
"Làsa fa da lur i om, cà pö jèn insì antipatic"
[Lascia stare gli uomini, che poi sono così antipatici]

BENEDETTO SIA IL PASSAGGIO A LIVELLO, ET I GRADI, ET IL GIORNO ET L'HORA
Premessa fondamentale: non sono stati molestati animali di alcuna sorta (neanche zanzare) per la presente scenetta. 
Come nelle migliori tradizioni, quando si fa per rientrare a casa ad orari da meriggio verghiano, il passaggio a livello è chiuso. Quale treno viaggia a Ferragosto alle 14.30/15? Non lo so, ma sicuramente quello che verifica la Legge di Murphy. Insomma, vediamo scendere le sbarre davanti a noi, speriamo in un miraggio da quaranta gradi all'ombra, e invece è proprio vero. Tocca fermarsi, abbassare i finestrini e pregare il dio dell'aria condizionata perché si presenti su un'auto che non l'ha mai neanche venerato perché sconosciuto. 
Davanti a noi, mentre l'ottuagenaria passeggera si guarda in giro vispamente,cercando un qualsiasi gossip, due ragazzi scendono dalla macchina.

(Avete mai notato che gusto estremo si prova a passeggiare in mezzo alla strada che di solito è trafficatissima? Ho visto persone che camminano sulla mezzeria sperimentando il proprio tasso alcolemico, altre che socializzano come se la strada fosse un Grande Fratello improvvisato... Quanto matrimoni (o ben più provvide sco... relazioni) saranno nate ai passaggi a livello???)

From the web, per risvegliare le coscienze indruménte
Insomma, questi scendono. Uno dei due passeggia con le mani in tasca vicino alle rive che l'ANAS locale ha deciso di trasformare in giungle tropicali (ché c'è la crisi, non devi manco comprarti un volo oltreoceano, vieni in Padania e tra un po' trovi pure le liane). Questo passeggia godendosi il microclima afoso e l'erba altissima, e l'altro rompe l'idillio:
"Attento, non ti avvicinare troppo, prima che arrivi un topone come quello dell'anno scorso".
E la mia passeggera, a gran voce canzonatoria:
"Sì, prima ca vegna su a mangiat 'l cu". 
Dal momento che il Dio del Condizionatore non si era ancora palesato, il finestrino era completamente abbassato; e l'udito dei nostri compagni di GrandeFratello-a Livello è evidentemente ottimo. Sui loro visi, il panico; poi uno scatto felino, quasi un tuffo da Boe and Luke di Hazard attraverso il finestrino della macchina. 

Per la cronaca: speravo che l'arrivo del treno ci togliesse dall'imbarazzo dell'attesa. Ma ovviamente il treno è come l'amore: più lo cerchi e più tardi arriva.